L’Islanda vince la battaglia con l’Ue su Icesave

Pubblicato il 29 Gennaio 2013 alle 14:06

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“Vittoria totale”, titola Frettablaðið all’indomani della sentenza con cui il tribunale dell’Associazione europea per il libero scambio (Aele) ha dato ragione a Reykjavik nel contenzioso che oppone l’Islanda alla Commissione europea. Bruxelles aveva denunciato l'Islanda nella convinzione che dopo il fallimento della Landsbanki (la più importante banca privata del paese) nel 2008 il governo non avrebbe dovuto rifiutarsi di rimborsare i clienti olandesi e britannici di Icesave, una filiale online di Landsbanki presente nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. Il rifiuto era stato sancito dal referendum con cui gli islandesi hanno bocciato gli accordi sul rimborso negoziati dal loro governo con l’Aia e Londra. 

Il tribunale ha deciso che l’Islanda non ha violato la regolamentazione europea in materia di obbligo di garanzia dei depositi bancari, perché la legge non prevede nulla in caso di crisi sistemica,
scrive il quotidiano. A fallire nel 2008, in effetti, è stato l’intero settore bancario islandese. Inoltre, precisa sul Financial Times il giurista Michael Waibel, 
la corte ha preso le parti di Reykjavik su una questione giuridica e politica che va ben al di là dell’Islanda: lo stato è tenuto a essere garante del suo sistema di depositi bancari? 
Quanto alla Commissione europea, “si mostra un pessimo perdente”, sottolinea da Parigi Les Echos. Secondo il quotidiano Bruxelles 
pretende che i correntisti debbano essere assicurati sempre, anche in caso di crisi sistemica. Bisognerà fare molta attenzione a questo aspetto, anche considerando che i negoziati sull’armonizzazione dei sistemi europei di garanzia dei depositi sono ancora in corso.

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