I tedeschi potrebbero assistere alla comparsa di una “generazione di pensioni flessibili”, scrive la Tageszeitung all’indomani della decisione del governo tedesco di aumentare le pensioni nel 2014 (+1 per cento negli stati della Germania occidentale, +3 per cento in quelli dell’est). Il quotidiano riflette sulle pensioni per le generazioni future.
“L’epoca in cui tutti vanno in pensione alla stessa età si è conclusa”, sottolinea il quotidiano,
non perché le persone sono diventate improvvisamente indipendenti e individualiste, ma perché il mercato del lavoro, ormai estremamente flessibile, avrà bisogno di alcune figure e non di altre. Alcuni potranno e dovranno lavorare più a lungo di altri.
Secondo la Taz questo sistema produrrà delle disparità, a cui sarà possibile opporre due soluzioni:
Possiamo aprire le saracinesche della pensione di invalidità, scelta frequente in Europa ma che necessita di certificati medici generosi. Oppure possiamo scegliere un’opzione probabilmente più interessante: a ogni campo la sua pensione. In questo modo gli operai e i montatori di impalcature […] potrebbero beneficiare di una pensione piena a 58 anni, mentre tutti coloro che lavorano nel giornalismo o nelle università potrebbero lavorare fino a 72 anni, se lo vogliono.
Un simile sistema pensionistico variabile sarebbe difficile da creare, avverte il giornale,
ma è anche vero che le attuali ingiustizie del sistema sociale e pensionistico non sono più accettabili. Le riforme degli ultimi 15 anni hanno distrutto le pensioni protette per legge. È arrivato il momento di cambiare.
Nel 2012 in Germania l’età media del pensionamento era di 63,3 anni per le donne e 63,8 anni per gli uomini.