Cosa resta degli indignati

Pubblicato il 13 Maggio 2013 alle 11:38

Il 12 maggio, quasi due anni dopo la nascita del movimento degli indignati (15 maggio 2011), in una ventina di città spagnole si svolgono diverse manifestazioni per ricordare “la prima risposta della piazza alla crisi” e le prime misure di austerity adottate dal governo socialista dell’epoca riporta El Periódico de Catalunya. L’anniversario è l’occasione per stilare un bilancio del movimento 15-M, e il quotidiano non si mostra ottimista:

Il movimento si è affievolito fino a sparire dai media, penalizzato dalla mancanza di obiettivi concreti, di leadership e di portavoce autorevoli, anche se è ancora presente sui social network.

Tuttavia resta qualcosa “di molto più importante”, aggiunge El Periódico:

il seme della protesta sociale portato dal 15-M è germogliato nei potenti movimenti sociali che hanno invaso le strade negli ultimi mesi. [Il 15-M] verrà ricordato come l’embrione della forza acquisita dalla Piattaforma delle vittime delle ipoteche (Pah) e dalle maree umane di diversi colori – bianca, verde, gialla – che denunciano i tagli alla sanità, all’istruzione e agli altri settori che soffrono per il deterioramento dello stato assistenziale. Lo slogan delle manifestazioni dell’anniversario esprime perfettamente il percorso degli “indignati” verso la ribellione: un “escrache” al sistema.

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