Il 29 maggio la Commissione europea cancellerà la procedura per deficit eccessivo (Edp) avviata contro l’Italia nel 2009, nonostante il deficit italiano non sia ancora sotto la soglia del 3 per cento del pil.
Bruxelles ha deciso di credere alla promessa del governo di rispettare i limiti fissati perché “bocciare l’Italia sarebbe stato sbagliato anche politicamente”, ha dichiarato una fonte Ue alla Stampa, secondo cui Roma beneficia del “momento di flessibilità generalizzata che attraversa l’Ue”.
Ora il governo italiano potrà impiegare fino a 12 miliardi di fondi nazionali per stimolare la crescita e l’impiego, ma dovrà soddisfare le richieste della Commissione europea per una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, uno snellimento della burocrazia e un atteggiamento più dinamico delle banche.
Il primo ministro Enrico Letta ha commentato che la buona notizia non deve cancellare le preoccupazioni per la difficile situazione finanziaria del paese, il cui debito pubblico dovrebbe raggiungere il 132,2 per cento del pil nel 2014.
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