Cinque anni dopo la nazionalizzazione, la banca austriaca Hypo Alpe Adria è di nuovo nella tempesta: il 2 luglio l’ex presidente Wolfgang Kulterer e il suo ex vice presidente Günter Striedinger sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e mezzo e a 4 anni di prigione per una frode risalente al 2004 che aveva comportato una perdita di 5,5 milioni di euro. “Hypo, l’ex capo e i suoi vice dovranno andare in prigione”, titola Der Standard ricordando che la perdita ha portato la banca sull’orlo del fallimento nel 2009.
Nella stessa giornata l’attuale capo della banca Gottwald Kranebitter ha annunciato le sue dimissioni parlando, riferisce Der Standard, di “fenomeni di dissoluzione della banca”.
Quanto denaro dovrà spendere ancora lo stato per evitare l’ennesimo “Hypo-disastro”?, si domanda Die Presse. Il quotidiano viennese sottolinea che a pochi mesi dalle elezioni legislative di settembre “il governo rifiuta di dare informazioni sulla portata della catastrofe”: il 28 giugno, infatti, la Commissione europea ha presentato un progetto di risanamento per la banca, indicando l’ammontare delle sovvenzioni, ma la coalizione al potere – formata dai cristiano-democratici (Övp) e dai social-democratici – si rifiuta di comunicare le cifre.
Secondo il ministro delle finanze Maria Fekter (Övp) saranno sufficienti i 700 milioni di euro stanziati per il bilancio semestrale della banca, ma nel suo commento Die Presse esprime forti dubbi:
Nel migliore dei casi (improbabile) la dissoluzione dell’Hypo Alpe Adria costerà 4,8 miliardi di euro ai contribuenti austriaci, mentre se tutto va male serviranno 8,3 miliardi. Contando anche i 2,2 miliardi già investiti dallo stato, si arriverebbe rispettivamente a 7 e 10,5 miliardi.