L’Irlanda fa ponti d’oro alle aziende americane

Pubblicato il 16 Luglio 2013 alle 13:29

Mentre i ministri dell’interno dell’Ue si preparano a incontrarsi a Vilnius il 18 e 19 luglio per discutere le nuove regole sulla protezione dei dati personali, l’Irlanda vuole diventare la base europea delle multinazionali Usa, riporta il Financial Times.

Il 15 luglio Dublino ha fatto sapere che sta considerando un approccio regolatorio del tipo “one stop shop” per le compagnie che operano attraverso i confini. Il commissario irlandese per la protezione dei dati Billy Hawkes ha spiegato al quotidiano economico che “è meglio che un particolare regolatore sia in grande confidenza con una particolare compagnia, in modo da conoscere alla perfezione le sue politiche e assicurasi che rispetti la legge”. Secondo il Financial Times questo approccio ha reso l’Irlanda molto attraente per le compagnie Usa:

Facebook e Linkedin hanno stabilito il loro quartiere generale in Irlanda e concluso accordi legali secondo cui gli utenti al di fuori del Nordamerica sono soggetti alla legge per la protezione dei dati irlandese, e in questo modo non devono affrontare 28 leggi diverse.

Non tutti i gli stati Ue sono favorevoli alla proposta dell’Irlanda. Il 14 giugno, chiedendo un regolamento unico per l’Ue, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolineato che le compagnie devono essere soggette alle stesse regole in tutti gli stati, e non limitarsi a seguire la legislazione dello stato in cui sono registrate.

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In Germania, sottolinea România Liberă, la protezione dei dati personali è diventata un argomento della campagna elettorale per le prossime legislative, perché “l’opposizione accusa Merkel di essere stata al corrente dello spionaggio ai danni dei cittadini tedeschi”. Il 14 luglio, durante un’intervista televisiva, la cancelliera si è difesa ribadendo che il problema è europeo. Secondo il quotidiano rumeno

Merkel ha avanzato la proposta del regolamento europeo unico per proteggere meglio i dati personali degli europei su internet, e chiede che i provider siano obbligati a comunicare ai paesi europei a quali enti trasmettono i dati personali degli utenti.

Secondo România Liberă Merkel ha “difeso implicitamente le autorità americane […] giudicando ‘vitale’ l’attività dei servizi segreti negli stati democratici”. La posizione della Germania è stata appoggiata il giorno dopo dal commissario europeo alla giustizia Viviane Reding, riporta Jurnalul Naţional.

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