Il capo dell'opposizione Zoran Zaev denuncia le intercettazioni, il 27 febbraio 2015.

Il governo accusato di intercettazioni su larga scala

Pubblicato il 17 Marzo 2015 alle 11:06
Il capo dell'opposizione Zoran Zaev denuncia le intercettazioni, il 27 febbraio 2015.

Secondo la giornalista Danica Radisc, “alcune registrazioni rivelate dall’opposizione macedone sembrano suggerire che il controspionaggio di Skopje ha intercettato illegalmente più di 20mila cittadini su ordine del primo ministro Nikola Gruevski e di alcuni membri della sua famiglia”. Tra le persone intercettate nel corso di almeno quattro anni, fa notare la giornalista, ci sono “funzionari del governo,membri dell’opposizione, dei giornalisti, dei direttori editoriali e gli ambasciatori […] dei sei paesi più influenti in Macedonia.”

Il Partito socialdemocratico, il cui capo, Zoran Zaev, faceva anch’egli parte delle persone intercettate, ha sporto denuncia contro i responsabili dell’intelligence, di cui è il capo Sasho Mijalkov. Qualche giorno prima, il primo ministro Gruevski “aveva a sua volta denunciato Zaev e altri membri dell’opposizione, accusandoli di aver cospirato con un servizio segreto straniero per rovesciare il governo Gruevski. Dopo di che, Zaev si è visto confiscare il suo passaporto dalle autorità e non può lasciare il paese”. Il Partito socialdemocratico boicotta il Parlamento dalle elezioni dell’aprile 2014 in segno di protesta e accusa Mijalkov di brogli elettorali.

Zaev afferma di avere ottenuto le registrazioni delle intercettazioni – “effettuate nel corso di almeno quattro degli otto anni in cui Gruevski è stato al potere” da parte di “patrioti che lavorano per i servizi segreti ed oggi cercano di beneficiare della protezione della legge sui whistleblower”. In occasione d’una recente conferenza stampa, Zaev ha presentato delle registrazioni che “sembrano confermare le accuse di brogli nelle elezioni dello scorso anno”, brogli che sarebbero stati supervisionati direttamente dal ministro dell’Interno a favore del partito di Gruevski, aggiunge Danica Radisc.

Quanto al presunto responsabile delle intercettazioni, Sasho Mijalkov, si tratta, nota ancora Global Voices, di “un personaggio controverso da anni nella scena politica macedone”: a seguito dei danni e degli ingenti interessi che egli ha preteso dal settimanale dell’opposizione Fokus in occasione di un processo per diffamazione circa un anno fa, quest’ultimo é stato portato al fallimento.

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Più recentemente, l’OCCRP (una organizzazione anti-corruzione) e la catena televisiva Nova TV hanno pubblicato, insieme al Centro ceco per il giornalismo investigativo, un’inchiesta sul patrimonio accumulato da Mijalkov, che è anche cugino del premier Gruevski.

I Mijalkov-Gruevski “costituiscono quasi una dinastia politica, al potere quasi ininterrottamente dalla transizione democratica”, aggiunge Danica Radisc:

Jordan Mijalkov è stato il primo ministro dell’interno dall’indipendenza, prima di morire in un incidente stradale, nel 1991. Suo nipote, Nikola Gruevski, è stato ministro delle Finanze dal 1999 al 2002 e Primo ministro dal 2006 a oggi. Sasho Mijalkov, il figlio del defunto Jordan, viene considerato come l’”eminenza grigia” di Gruevski. Ha prestato servizio nella guardia d’onore di Tito con suo fratello e occupa alte cariche in seno ai ministeri della difesa e dell’interno dal 1998.

Per far fronte allo scandalo, il governo ha innescato delle contromisure: oltre ad accusare i whistleblower di essere delle “spie al soldo dello straniero”, ha annunciato una riforma della legge sull’istruzione e della fiscalità dei lavoratori a tempo indeterminato, nonché una serie di “misure urgenti” in altri settori, tra cui l’assunzione di tremila nuovi funzionari - una misura che non è passata inosservata in un paese dove il tasso di disoccupazione sfiora il 30%.

Ma anche l’opposizione si organizza e “dopo le rivelazioni, gli studenti hanno iniziato a organizzare dei sit-in e a occupare delle Università dalla fine del 2014, mentre i lavoratori a termine hanno manifestato a più riprese in questi ultimi mesi”. E la situazione potrebbe degenerare man mano che la vicenda delle intercettazioni cresce: “diverse ong e mezzi d’informazione hanno fatto parte della loro preoccupazione per la fragile democrazia macedone”.

Tradotto dal francese da Stefania Paluzzi

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