La Polonia e l’Europa

“Vogliono controllare di nuovo la Polonia”

Pubblicato il 12 Gennaio 2016 alle 13:01

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“Solo gli ingenui possono pensare che i responsabili politici a Berlino e a Bruxelles si curino della composizione della Corte costituzionale polacca o dei mezzi d'informazione pubblici", scrive Mariusz Staniszewski su Wprost, che paragona sulla copertina i leader europei Guy Verhofstadt, Martin Schulz, Angela Merkel, Jean-Claude Juncker e Günther Oettinger ai capi dell'Asse. Per l'editorialista la vera posta in gioco delle pressioni esercitate dall'Unione europea sul governo polacco a causa delle sue tendenze autoritarie sono "i miliardi di euro che rimarranno in Polonia o che continueranno a fluire verso la Germania o la Francia." Più che le misure denunciate dagli europei sono "tre disegni di legge che il PiS [il partito conservatore al governo] ha annunciato durante la sua campagne e sui quali sta lavorando" che li preoccupa, precisa Staniszewki: “la tassa sugli istituti finanziari, quella sugli ipermercati e la riduzione delle imposte sul reddito. L'introduzione di queste misure significa che il flusso di denaro proveniente dalla Polonia diminuirà notevolmente", poiché la maggior parte delle banche, delle assicurazioni e degli ipermercati sono in mano a gruppi stranieri.

Staniszewki accusa poi la Germania di dominare di fatto la politica europea e la cancelliera Angela Merkel

di essere diventata talmente potente da essere stata capace di influenzare i cambiamenti di governo a Roma, Atene e Madrid. Una situazione che costituisce in gran parte la realizzazione delle aspirazioni tedesche da secoli. Somiglia al progetto proposto da Guglielmo II, l'imperatore della Germania, nel settembre 1914. Dopo l'inizio della prima guerra mondiale, quando la Germania aveva notevolmente esteso i suoi confini, il Kaiser ha presentato un piano che prevedeva, tra gli altri, di creare uno spazio economico che comprendesse la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Danimarca, l'Impero austroungarico, la Polonia, la Norvegia e, naturalmente, la Germania. Un'unione doganale, non politica, con a capo Berlino. Il Kaiser aveva anche previsto che la Polonia e i paesi Baltici fossero recuperati dalla Russia. La Polonia doveva essere uno stato indipendente e i Baltici dovevano essere integrati alla Polonia o alla Germania. Questo piano, con qualche modifica, è in corso di realizzazione, e Berlino dispone di uno strumento di pressione supplementare: la burocrazia europea. Normalmente le istituzioni europee devono evitare che un solo paese – la Germania in origine – domini il continente. Di fatto hanno però dato al paese più potente il potere di esercitare sugli altri la propria pressione in modo ancora più forte.

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