L'impasse politica del Belgio potrebbe essere sul punto di sbloccarsi: "dopo 337 giorni di crisi il Re ha affidato a Elio Di Rupo l'incarico di formatore", scrive Le Soir. Il leader del Partito socialista francofono (Ps) dovrà provare a "formare un governo e prendere ogni iniziativa utile" per raggiungere l'obiettivo, come recita il comunicato del Palais. "La tappa è simbolica", sottolinea il quotidiano di Bruxelles: "è la prima volta che a un politico viene affidato l'incarico di formare un nuovo esecutivo. Tuttavia il compito del vincitore delle elezioni [del 13 giugno 2010] in Vallonia resta quasi proibitivo". Si tratta insomma di una "mission impossibile", secondo il titolo di Le Soir ripreso dal quotidiano fiammingo De Morgen.
Era "da nove mesi che l'aspettavamo", scrive su Le Soir Véronique Lamquin sottolineando che "la nomina di un formatore è un gigantesco passo in avanti" che tuttavia "lascia perplessi, se non scettici," a causa delle divergenze tra la N-Va [nazionalisti fiamminghi, vincitori nel nord del paese] e il Ps, in disaccordo su diversi temi tra cui la giustizia, l'immigrazione e le pensioni. "Ecco perché - conclude l'editorialista - l'ottimismo non è del tutto giustificato". Sulla sponda fiamminga, dove le ragioni per esultare sono ancora meno, De Morgen sottolinea che la nomina di Di Rupo "non è stata accolta dagli applausi". I capi partito hanno infatti reagito con stupore, dato che la nomina non è stata realmente discussa. "Non si sa come farà Di Rupo a portare a termine la sua missione", aggiunge De Morgen, d'accordo con Le Soir anche nel sottolineare come il socialista "inizi [il suo percorso] senza che le divergenze d'opinione fondamentali con la N-Va siano state appianate".