“Sorpresa a Milano, Pisapia in testa”, titola il Corriere della Sera. Le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio sono andate peggio del previsto per la coalizione di governo, che non è riuscita ad aggiudicarsi al primo turno nessuno dei principali comuni in gioco. Il risultato più bruciante è quello di Milano, città natale e teatro dell’ascesa di Silvio Berlusconi, che nonostante la sua partecipazione diretta alla campagna – alla vigilia del voto aveva definito il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia “amico dei terroristi” - vede il sindaco uscente Letizia Moratti andare al ballottaggio con un ritardo di quasi sette punti. Per Berlusconi, “che chiedeva un referendum su se stesso e sul governo”, è “uno schiaffo personale e politico”, commenta Massimo Franco sul quotidiano milanese. Oltre al controllo della capitale economica del paese, il Cavaliere vede traballare anche la sua alleanza con la Lega nord, che ha attribuito la colpa della debacle alle sue strategie e agli errori del governo: “Ieri è cominciato il ridimensionamento di un leader che dopo essere stato considerato da militanti e alleati come un demiurgo ora rischia di diventarne il capro espiatorio”.
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