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"Polizia sotto assedio, Londra brucia", titola il Guardian. I tumulti nella capitale britannica sono iniziati la notte di sabato 6 agosto e si sono protratti per tutto il fine settimana. La rivolta ha avuto origine nel quartiere di Tottenham, nella parte nord della città, dove alcune persone hanno reagito furiosamente alla morte di un ragazzo per un colpo di arma da fuoco sparato da un agente di polizia. Auto delle forze dell'ordine e negozi sono stati dati alle fiamme. Secondo il quotidiano britannico di sinistra, nel fine settimana di scontri sono state arrestate 160 persone, mentre 35 agenti di polizia sarebbero rimasti feriti. La rivolta, intanto, si è estesa anche nella zona sudorientale di Londra. Il ministro dell'interno britannico, Theresa May, è rientrato in fretta e furia dalle vacanze per affrontare l'emergenza.
La folla, sfuggita al controllo della polizia, "saccheggiava i negozi in pieno giorno", racconta il Daily Telegraph. Secondo il quotidiano di destra, i rivoltosi, in perfetto stile inglese, hanno "formato delle file ordinate per rubare i vestiti" da un negozio.
Secondo un opinionista del Guardian, nulla può giustificare un comportamento del genere. Tuttavia, è necessario che la polizia, e specialmente il dipartimento che si occupa dei crimini a mano armata, sia particolarmente attenta a non far salire ulteriormente la tensione ed esegua nel frattempo indagini rigorose sull'episodio che ha innescato la rivolta. Se così non sarà, allora gli abitanti dei quartieri più poveri di Londra saranno autorizzati a pensare "che la polizia li perseguita se sono criminali e non li protegge quando sono vittime".
