L’Inghilterra si lecca le ferite

Pubblicato il 11 Agosto 2011 alle 11:41

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"La nostra società malata", titola il Daily Telegraph nelle prime ore di tregua dopo le rivolte che hanno messo a ferro e fuoco la capitale britannica e il resto del paese. Il primo ministro David Cameron ha parlato di "piaga" che interessa alcuni strati della società britannica. Intanto, i tribunali hanno iniziato a processare le oltre ottocento persone arrestate durante le rivolte, come riporta il quotidiano di destra. Tra i fermati ci sono assistenti di insegnanti, studenti, una liceale e un ragazzino di 11 anni, la cui presenza in aula ha lasciato il giudice "esterrefatto". "Un minore di 12 anni non lo posso nemmeno trattenere", ha dichiarato.

A Birmingham, intanto, il padre dell'uomo ucciso mentre difendeva la sua proprietà dai saccheggiatori invita alla calma, sottolinea ancora il Telegraph. "Neri, asiatici, bianchi. Viviamo tutti nella stessa comunità", ha dichiarato Tariq Jahan. "Perché dobbiamo ucciderci tra noi? Se volete perdere vostro figlio fate un passo avanti. Altrimenti andatevene a casa".

I rivoltosi "non sono manifestanti", si legge nell'editoriale del Telegraph, "sono saccheggiatori, vandali e ladri". Le lezioni alla società possono aspettare. In questo momento è fondamentale "ripristinare l'ordine nelle strade". Ed è proprio quello che, secondo un altro commentatore del quotidiano, hanno cercato di fare turchi, polacchi, curdi e sikh che si sono opposti ai rivoltosi in tutto il paese. Gli immigrati del Regno Unito "si sono dimostrati rispettosi della legge tanto quanto gli anglosassoni, ma molto più incisivi e coinvolgenti".

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