"Cinque anni dopo la strage di Beslan, le famiglie delle vittime aspettano ancora l'aiuto promesso dallo stato", scrive la Süddeutsche Zeitung. Il 1 settembre 2004 decine di guerriglieri ceceni e ingusci avevano preso in ostaggio 1128 bambini e i loro professori nella cittadina dell'Ossezia del nord. Due giorni dopo le forze di sicurezza russe avevano assaltato l'edificio. Nell'attacco avevano perso la vita 330 persone, tra cui 186 bambini. Da allora, "tutta la città è depressa" e i sopravvissuti sono handicappati o traumatizzati, testimonia uno dei responsabili dell'associazione Voce di Beslan. Il premier Vladimir Putin ha incontrato i suoi rappresentanti subito dopo la tragedia, "ma poi niente è cambiato". Duecento dossier sulle vittime e le loro famiglie aspettano di essere esaminati dalla Corte europea per i diritti dell'uomo (Cedu) di Strasburgo, perché i cittadini non hanno più fiducia nella giustizia russa. Uno solo dei responsabili è stato condannato, e tre membri della polizia locale ritenuti colpevoli di non aver agito prontamente dopo essere stati avvisati dell'arrivo dei terroristi sono stati liberati senza spiegazione.
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