“Manovra caos, tutto da rifare”, titola La Repubblica. Da quando neanche un mese fa è stata annunciata sull’onda degli attacchi speculativi al debito italiano che hanno fatto temere un collasso dell’euro, la manovra che dovrebbe mettere insieme i 45 miliardi di euro necessari a riportare il deficit entro i limiti di sostenibilità ha cambiato faccia praticamente ogni giorno. Contributo di “solidarietà” da parte dei redditi più alti, abolizione di comuni e provincie, riduzione dei costi della politica, riforma delle pensioni: le misure proposte finora sono state regolarmente ritirate o modificate dopo le proteste delle parti interessate. La bozza attualmente in discussione al Senato prevede l’inasprimento della lotta all’evasione fiscale, ma secondo le stime verrebbero a mancare 7 miliardi di euro rispetto all’obiettivo originale.
Tanta incertezza sta suscitando preoccupazione sia alla Bce, che ha garantito il debito italiano con un massiccio acquisto di bond, sia tra i membri della zona euro, in particolare la Germania. “Il nostro governo sta dando ragione a quel crescente plotone di deputati della Cdu che si oppongono al potenziamento del fondo salva stati”, commenta Tito Boeri su Repubblica. “Non solo non stiamo favorendo quel maggiore coordinamento delle politiche fiscali a livello europeo che è fondamentale per risolvere la crisi del debito dell´area Euro, ma addirittura stiamo contribuendo attivamente ad allontanarne la soluzione”. Nonostante le forti tensioni interne alla coalizione e lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 6 settembre, il testo dovrebbe essere approvato entro la settimana prossima.