Un nuovo ordine in Europa

La maggior parte dei giornali europei saluta la vittoria del candidato socialista alle presidenziali francesi pur ricordando le sfide che lo attendono, soprattutto per quanto riguarda le relazioni con la Germania e il trattato fiscale voluto dal suo predecessore Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

Pubblicato il 7 Maggio 2012 alle 15:26

“Un nuovo inizio: il presidente Hollande si impegna a cambiare il cammino dell’Europa”, titola il Guardian. Secondo il quotidiano londinese il candidato socialista “ha ottenuto una vittoria eclatante, non soltanto per sé stesso […] e per la Francia, ma anche per la sinistra europea”.

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Nicolas Sarkozy è l’undicesimo leader europeo a cadere dall’inizio della crisi finanziaria. La sua sconfitta è un monito per i suoi sostenitori come Angela Merkel e David Cameron. Il nuovo cammino intrapreso dalla Francia è un duro colpo al trattato fiscale, la risposta dell’Europa alla crisi.

“Frau Merkel, eccomi”, titola la Frankfurter Rundschau. Nel suo primo discorso il nuovo presidente ha annunciato che la sua prima visita all’estero sarà in Germania. La cancelliera tedesca dovrà adattarsi al nuovo partner, nonostante le differenze ideologiche che li separano:

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Merkel non sarebbe Merkel se non fosse in grado di cambiare rotta. Non ha problemi ideologici con i socialdemocratici [ha governato insieme a loro dal 2005 al 2009], anche se si chiamano socialisti. Hollande non scatenerà la rivoluzione. Al contrario, dovrà imparare ad adeguarsi, come ha fatto Merkel durante la crisi greca.

“Vince Hollande, si apre la sfida in Europa”: secondo il Corriere della Sera il nuovo presidente francese è un “leader normale per tempi eccezionali”.

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Il messaggio di questo maggio francese, al tempo della crisi, del declino civile e dell’antipolitica, è dunque carico di speranza. Per la Francia, e per l’Europa che guarda la Francia. [È stata anche] una scelta di difesa, contro l’Europa dei sacrifici senza equità, del rigore senza crescita. […] La Francia di Hollande non sogna più il socialismo in un solo Paese, ma un po’ più di socialdemocrazia in Europa.

Secondo El Mundo “la vittoria di Hollande apre un nuovo periodo d’incertezza in Europa”. Il quotidiano conservatore si chiede con preoccupazione quale forma prenderà la “nuova era” che comincia “per la Francia e per il resto del continente”.

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Mai prima d’ora un’elezione in Francia ha avuto ripercussioni così forti in Europa. […] La vittoria del candidato socialista spezza l’egemonia del centrodestra dell’ultimo decennio, e fa nascere forti dubbi sulla coabitazione con la cancelliera Angela Merkel, che insieme al [presidente uscente Nicolas] Sarkozy ha voluto il patto di bilancio e le politiche d’austerity.

“Un nuovo inizio per l’Europa”, titola De Morgen, secondo cui “il socialista Hollande è in rotta di collisione con la Germania sulla questione dell’austerity”. L’editoriale del quotidiano belga sottolinea che

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se Hollande riuscirà a realizzare il cambio di rotta europeo [in direzione della crescita] è ancora da vedere. Ci proiettiamo già sul suo primo viaggio a Berlino, dove dovrà raggiungere un compromesso storico con la rigida cancelliera Angela Merkel. Il dialogo tra i due si svolgerà in un clima agitato, in seguito alle elezioni parlamentari che ieri hanno stravolto lo scenario politico in Grecia. Le nubi che aleggiano sul continente sono diventate ancora più nere.

Lo svedese Dagens Nyheter scrive che sull’immigrazione e le minoranze il nuovo presidente ha scelto un approccio più tollerante e aperto di quello di Nicolas Sarkozy, ma “solleva interrogativi inquietanti per quanto riguarda la politica economica”:

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Se Hollande romperà il trattato fiscale scatenerà seri problemi. L’Europa ha bisogno di crescita, ma senza una barriera efficace contro gli enormi deficit di bilancio degli stati l’euro potrebbe non riuscire a sopravvivere. L’unione monetaria e la sua capacità di prendere decisioni comuni sarebbero compromesse. Per questa ragione sembra difficile che Hollande chieda seriamente di rinegoziare il patto. Più verosimilmente si accontenterà di aggiungere un protocollo sull’importanza della crescita.

L’editoriale del ceco Hospodářské Noviny sostiene che da questo “week-end elettorale” nasce “un’altra Europa”. Le elezioni presidenziali in Francia e le legislative in Grecia dimostrano che il Vecchio continente è alle prese con una “nuova rivoluzione francese”. Una rivoluzione che fa vacillare il consenso sull’integrazione europea, attualmente alle prese con la crisi più profonda dagli anni cinquanta:

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Gli europei vogliono che i loro leader non si limitino ai tagli di bilancio. […] Dopo il trattato fiscale l’Europa avrà bisogno di pensare all’economia in modo innovativo.

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