Elezioni europee

“L’euroscetticismo diventerà la nuova regola?”

Dalla Francia al Regno Unito, passando per Danimarca, Grecia o Austria, il voto è contrassegnato dall’avanzata dei partiti euroscettici in numerosi paesi. Si tratta di un segnale di rifiuto della politica europea così come è stata portata avanti fino a questo momento, fa notare la stampa europea.

Pubblicato il 26 Maggio 2014 alle 15:09

Il nuovo Parlamento appare più frammentato dell’assemblea uscente, con una presenza dei piccoli partiti di poco rafforzata, riflesso delle divisioni dell’opinione pubblica europea. La traduzione è di Anna Bissanti e Andrea De Ritis

“Il Parlamento europeo sta per diventare più rumoroso, più incontrollabile, più confusionario e difficile da gestire in conseguenza delle elezioni europee” scrive Quentin Peel sul Financial Times. L’editorialista britannico crede che:

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in seguito al picco di supporto a favore dei partiti populisti anti-europei di destra e di sinistra in paesi quali il Regno Unito, Francia e Grecia, l’assemblea dei 751 europarlamentari si ritroverà priva di una chiara maggioranza in entrambe le ali dello spettro politico. Sembrano inevitabili dunque settimane di accese discussioni politiche, dato che i nuovi membri del Parlamento faranno fatica a stringere alleanze con strani compagni di letto, e i partiti più importanti lotteranno per una maggioranza che possa decidere chi sarà il prossimo presidente della Commissione europea. Potrebbe verificarsi uno stallo prolungato tra il Parlamento e il Consiglio europeo, dove i leader dei Ventotto si incontrano, per decidere chi dovrà sostituire José Manuel Barroso nel suo incarico.

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Mentre il Partito Democratico del Presidente del consiglio Matteo Renzi registra un risultato record (http://www.corriere.it/Speciali/Politica/2014/elezioni/SEAS/europee/), con oltre il 40% dei voti, in altri paesi “non si è avuto quel ‘voto di protesta’ annunciato dai sondaggisti, e forse neppure quello ‘shock salutare’ evocato dall’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi. Si tratta di qualcosa di più ”, scrive Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera* :

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Le elezioni del 2014 saranno ricordate come la disfatta storica di un sistema politico. L’eclissi dei partiti tradizionali. Il rigetto dell’establishment europeo. Il risultato di ieri indica due cose. L’Europa ha sbagliato la risposta alla crisi. Tutto il mondo ha reagito al crollo industriale e finanziario con una politica di espansione e di investimenti. Soltanto l’Europa, a guida tedesca, ha seguito la linea dei tagli e del rigore, impoverendo tutti i paesi tranne la Germania. […] Il voto europeo conferma una tendenza diffusa ben oltre il continente : il segno del nostro tempo è la rivolta contro le élite, contro le istituzioni, contro le forme tradizionali di rappresentanza. E l’Europa è sentita come fondamento e garante di quelle élite contro cui ci si ribella.

“Un pareggio per Piattaforma Civica” titola Gazeta Wyborcza, riferendo delle elezioni europee prima dei risultati finali in Polonia, che dovrebbero essere resi noti questo pomeriggio. Già si sa tuttavia che i due partiti più importanti del paese, Piattaforma Civica (PO) che è al governo e l’opposizione Legge e Giustizia (PiS), hanno ottenuto entrambi 19 seggi al nuovo Parlamento europeo (PE). Colpisce molto il fatto che sia riuscito ad accedere al PE con il 7 per cento dei voti anche il Congresso della Nuova Destra (KNP), anti-establishment e antieuropeo. Secondo GW, le conquiste dei populisti e dei partiti di estrema destra nelle elezioni di tutto il continente potrebbero avere ripercussioni a lungo termine sulla politica europea –

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Anche se è inverosimile che l’euroscetticismo radicale costituisca un improvviso shock per le operazioni dell’Ue, esso potrebbe purtroppo diventare un virus contagioso. Il populismo, l’isteria per le “ondate di immigrati” e per l’ “onnipotenza di Bruxelles”, come pure un intenso desiderio per un forte stato nazionale … potrebbero diventare ancor più popolari tra gli altri partiti, specialmente se vorranno riconquistare l’elettorato euroscettico.

"Per quanto annunciata, la vittoria del Fronte nazionale", che diventa il primo partito del paese con più del 25 per cento dei voti, "rimane un trauma che scuote la Francia e l'Europa", scrive Libération. Per il quotidiano di sinistra francese,

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l'onda d'urto creata dall'Fn travalica le frontiere. Il suo risultato, accompagnato dalle buone percentuali fatte registrare dagli altri partiti eurofobi in Danimarca, in Austria e nel Regno Unito, costituisce una minaccia reale per l'idea europea. Il virus che da anni contamina la Francia rischia di diffondersi in un'Unione dove la rabbia contro le politiche di rigore diventa sempre più forte e dove la paura dell'estraneo continua a crescere. Solo la capacità dei partiti democratici a parlare a questo popolo in crisi con i principi democratici può sperare di combattere il male.

Per la Tageszeitung la responsabilità dell'affermazione del populismo in Europa va attribuita alla "crisi dell'euro". Il partito euroscettico Alternative für Deutschland (AfD) ha ottenuto sette seggi al Parlamento europeo. Creato nel 2013, questo partito è riuscito in una grande impresa, mentre la maggior parte degli altri partiti perdono elettori. A sua volta il partito di estrema destra Npd ottiene un seggio al Parlamento europeo. Per la “TAZ” il successo dell'AfD simboleggia la trasformazione del mondo liberale. In Germania c'è

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chi guadagna meglio e che è stanco della repubblica multiculturale. Queste persone non hanno alcuna voglia di pagare per i fannulloni greci. [...] Sarebbe però ingenuo pensare che l'AfD sia incapace di svilupparsi. Il suo successo dovrebbe invece essere considerato come una sorta di normalizzazione europea. In Austria e in Olanda diversi partiti populisti di destra hanno da tempo sostituito i partiti liberali. L'euroscetticismo diventerà quindi [la nuova] norma in Europa?

"Un grande salto in avanti per il Partito del popolo danese", titola il Berlingske, che spiega che il partito populista di destra ha ottenuto il 25 per cento dei voti alle elezioni europee, diventando così il primo partito del paese. Ma nonostante ciò il quotidiano danese è piuttosto scettico sul reale potere dei partiti euroscettici al Parlamento europeo.

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Al di là del loro progresso, l'affermazione dei partiti euroscettici è molto significativa soprattutto da un punto di vista elettorale. La questione è sapere se la maggioranza europeista potrà ignorare questo nuovo balzo in avanti dell'euroscetticismo in Europa. Marine Le Pen ha detto che vuole distruggere l'Ue dall'interno. Ma nonostante il trionfo del Fronte nazionale, bisogna vedere se Marine Le Pen sarà capace di riunire abbastanza paesi per formare un gruppo nel nuovo parlamento.

All'indomani delle elezioni europei, Eleftherotypia titola "Syriza per la prima volta!" La coalizione della sinistra radicale di Alexis Tsipras avrebbe ottenuto il 27,6 per cento, davanti al partito del primo ministro Antonis Samaras, Nuova Democrazia (22,8 per cento). Si tratta senza dubbio di una grave sconfitta [osserva il quotidiano] (http://www.enet.gr/?i=news.el.politikh&id=432418) per la coalizione al potere (ND-socialisti), che perde l'11 per cento rispetto al 2012 ["ma che non sembra darlo molto a vedere"]. Il giornale mette in evidenza anche il risultato del partito neonazista Alba dorata (il 9,39 per cento).

In queste elezioni la terza posizione del partito Alba dorata rappresenta un risultato preoccupante, in un contesto di affermazione degli euroscettici e dell'estrema destra in tutta Europa.

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