Angela Merkel si ricandida

“L’unico leader politico europeo in grado di fermare l’avanzata del populismo”

Angela Merkel ha annunciato di volersi candidare per il quarto mandato da cancelliera alla guida del governo tedesco. Una notizia accolta con sollievo dalla stampa europea, che vede in lei una garanzia di stabilità e un baluardo contro l’avanzata degli estremismi, malgrado la scarsa audacia.

Pubblicato il 28 Novembre 2016 alle 09:02

Tradotto dal francese (tranne per il Corriere della sera) da Stefania Paluzzi

Robert Misik della Zeit non condivide la scelta di Angela Merkel di ricandidarsi per il quarto mandato accusandola di essere in gran parte responsabile dell’attuale crisi economica mondiale. Ma Misik ritiene, che esattamente per questa ragione Angela Merkel è disposta ad accettare una sfida storica durante il suo eventuale quarto mandato:

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Con l’elezione di Trump, nel bel mezzo del caos esploso con Putin, la Brexit, la guerra […], Angela Merkel dovrà ricoprire un nuovo ruolo del tutto inaspettato: il New York Times l’aveva considerata come “l’ultima a difendere dell’occidente liberale”, ma appare del tutto paradossale che sia proprio la Merkel a dover salvare il mondo occidentale, poiché la cancelliera tedesca è una delle principali responsabili dell’attuale situazione di crisi, nella quale dobbiamo davvero difendere la democrazia pluralista. La politica di austerity in Europa, applicata dalla Germania e volta a ridurre i redditi delle persone comuni è una delle cause dell’attuale disagio sociale. Angela Merkel è perfettamente consapevole che la si identifica con questa politica del rigore. E che un cambiamento di rotta deve accompagnarsi un mea culpa per aver commesso un grave e grosso errore. Ma chiaramente non è cosa facile per i politici ammettere le proprie colpe. E se c’è qualcuno abile nel cambiare la politica lentamente e successivamente, di adattarla in modo pragmatico e di mettere in pratica il contrario di quanto precedentemente proclamato, senza drammi, come se nulla fosse accaduto, è proprio Angela Merkel.

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Angela Merkel non è paga, afferma Anja Maier, ma, l’editorialista della Tageszeitung ricorda come è cambiata la Germania durante gli undici anni del suo governo e che sarà soprattutto il partito di destra populista Alternative für Deutschland (Afd) a opporsi alla sua rielezione:

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La rivoluzione quindi non ci sarà. Angela Merkel vuole candidarsi nuovamente per un quarto mandato alla cancelleria […]. Non c’è nulla di cui stupirsi. Tutti coloro che l’hanno vista lavorare in questi ultimi mesi se ne sono resi conto: Angela Merkel non solo ama essere la cancelliera ma ha ancora molti progetti. Le idee non le mancano affatto. Eppure la sua vittoria non è affatto scontata. […] I capi dell’Afd staranno sicuramente ideando già i primi slogan: “Rinnovamento in alternativa all’immobilismo” – o qualcosa di simile. […] Perciò i partiti dell’establishment e i loro rappresentanti possono ora dimostare ciò che significhi per loro la politica. Devono presentare delle proposte, dire che cosa vogliono cambiare dal 2017. L’occupazione, le tasse, l’istruzione, gli scambi commerciali, l’ecologia e la crescita — ovvero le questioni che riguardano tutti i cittadini. Ma sono in molti ad aver dimenticato di affrontarle e risolverle.

Se Angela Merkel vince le elezioni del 2017 e resta al potere sino a fine legislatura, avrà governato la Germania per 16 anni, e sarà, accanto ad Helmut Khol, la leader che ha governato più a lungo la Germania dai tempi di Bismarck”, scrive The Guardian all’indomani dell’annuncio della candidatura della cancelliera uscente:

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Ci sono delle buone ragioni dietro la decisione della signora Merkel. In questo periodo di grandi incertezze, è rassicurante che la leader del principale paese europeo mantenga gli stessi principi di libertà, di apertura e di democrazia che hanno aiutato a ricostruire e riunificare la Germania del dopoguerra. La cancelliera ha commesso degli errori nella gestione della crisi dei profughi, ma con la sua apertura e la sua tolleranza ha contrastato le forze xenofobe in tutta Europa. La sua decisione di opporsi a Vladimir Putin sulla questione ucraina ha tenuto a bada le ambizioni russe. E se l’Italia sarà costretta a lasciare l’eurozona, o se in Francia Marine Le Pen verrà eletta presidente della repubblica nel 2017, l’Europa senza alcun dubbio riuscirà meglio a far fronte a queste sfide se guidata da Angela Merkel. Ma la Germania e l’Unione europea che la Merkel forse guiderà sino alla fine di questo decennio non sono più la Germania e l’Ue del 2005, di quando si godeva ancora della stabilità del dopoguerra fredda e della crescita economica. Dovranno adattarsi nuovamente se vogliono prosperare. Questo vorrà dire nuove forme di cooperazione europea – che includano, auspichiamo, il Regno Unito – che siano forieri di speranza e sicurezza per gli europei, e non di paura e d’instabilità. La Germania non può sopportare da sola il peso di questo impegno. […] Se Donald Trump permetterà a Putin di fare ciò che vorrà in Europa orientale e nel Baltico, la coalizione politica tedesca potrà creare non pochi problemi ad Angela Merkel qualora decidesse di ostacolare l’avanzata russa. […] Può darsi che il destino della Merkel sia quello di impedire che le cose peggiorino, e non quello di trovare delle soluzioni. Ma può fare di più e meglio. La cancelliera pensa in termini globali, e dovrebbe sfruttare il suo senso pratico il suo pragmatismo nonché la fiducia che le è stata accordata per offrire una visione possibile per la Germania e per l’Europa. Per questo, è necessario un nuovo modo di pensare.

A proposito della quarta candidatura alla cancelleria tedesca, il quotidiano conservatore tesse le lodi di Angela Merkel alla guida del governo tedesco nel corso degli ultimi anni, poiché, scrive, "ci vuole un vero talento per esercitare una tale leadership senza mai cadere nell’arroganza". Per ABC , la Merkel

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si è imposta alla guida della leadership politica in Europa […] Naturalmente nel suo percorso ha preso decisioni discutibili, come il suo eccessivo rigore nella gestione della crisi economica greca, la sua generosità nell’accoglienza dei rifugiati ecc. Ma in ogni caso non le si può rimproverare per la mancanza di leadership. Angela Merkel non si è mai nascosta e non si è tirata indietro quando la maggior parte degli altri governi europei era paralizzata o incapace di raggiungere un accordo. La Germania è un paese chiave per la stabilità e per la crescita in Europa, e non solo per le sue dimensioni economiche e demografiche. […] I prossimi anni potranno essere molto complicati per noi Europei se l’ondata di nazionalismo demagogico e populista dovesse persistere, e la Merkel con il suo talento saranno fondamentali.

L’editorialista di Gazeta Wyborcza Tomasz Bielecki afferma che

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la cancelliera Angela Merkel è l’unico leader europeo in grado di fermare l’avanzata del populismo, di battersi per mantenere unita la Ue e opporsi al Cremlino. […] La sua decisione di candidarsi per un nuovo mandato alle elezioni del 2017 è positiva per la Polonia. La serie di avvenimenti che si sono succeduti in Europa e negli Stati Uniti è talmente inquietante da far rafforzare i nostri legami con la Germania nonostante le tensioni tra il governo del partito Diritto e Giustizia (PiS) e Berlino. […] I Tedeschi hanno spinto per l’adozione di una politica economica inopportuna poiché troppo draconiana all’inizio della crisi dell’eurozona. Ma, ancora più importante, la Merkel non sarà al potere in eterno e noi non sappiamo quale sarà la politica dei suoi successori tra una decina di anni. La salvaguardia delle basi dell’integrazione europea è dunque fondamentale per la Polonia e la Germania di oggi. Le istituzioni dell’Ue, in particolar modo la Commissione, devono mantenere il loro ruolo di regolatori comunitari, limitando in parte il potere dei più grandi Stati membri.

“Negli scorsi due anni e mezzo, Angela Merkel ha mobilitato e tenuto unita l’Europa sulle sanzioni a Mosca per l’annessione della Crimea”, osserva Danilo Taino sul Corriere della sera. Per l’editorialista,

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“è impensabile andarsene ora che il nuovo presidente Usa Donald Trump potrebbe cercare un accordo con Putin che getterebbe la Ue nella crisi forse più drammatica della sua storia. Fin qui, il senso di responsabilità. Poi c’è qualcosa di più rischioso. Il desiderio di smentire coloro che, sull’onda della crisi dei profughi, prevedevano che Frau Merkel non sarebbe più stata cancelliera a fine 2016. E il fatto di non avere preparato un successore nella sua Cdu, il partito più forte al quale con ogni probabilità toccherà la guida del governo anche dopo il voto dell’autunno 2017. La scelta di ricandidarsi annunciata ieri sera, dunque, è rischiosa ma quasi inevitabile. Vincerà? Oggi, i sondaggi dicono di sì, ma non sono chiari su che alleanze dovrà fare per garantire un governo. Una cosa certa, è che sarà una nuova Angela Merkel. L’apertura ai rifugiati ne ha cambiato la natura politica ; non più solo leader attendista. E la prospettiva di non doversi candidare per un quinto mandato nel 2021 la renderà più audace. Un po'.

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