Attualità Commissione europea

Gli intrighi del caso Dalli

A una settimana dalle dimissioni del commissario John Dalli, la vicenda assomiglia sempre più a un complotto dell'industria del tabacco per bloccare la nuova direttiva antifumo dell'Ue.

Pubblicato il 26 Ottobre 2012 alle 14:27

Si tratta di uno scenario alla John Le Carré, che potrebbe essere fonte di molti imbarazzi per il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Un caso legato a questioni di lobby, "big money" e spie.

Secondo un'inchiesta dell'Olaf (l'organo antifrode europeo), un certo Silvio Zammit, uomo d'affari maltese, avrebbe proposto alla Swedish Match, un produttore di sigari e tabacco da masticare svedese, di modificare un progetto di direttiva sul tabacco in cambio di una tangente da 60 milioni di euro. Il rapporto dell'Olaf è stato trasmesso a José Manuel Barroso il 15 ottobre. Il 16 la Commissione europea ha annunciato con un comunicato che il commissario John Dalli, incaricato della legislazione sul tabacco, "aveva presentato le sue dimissioni" in seguito a questa inchiesta. Il 17 la Commissione europea ha aperto la sua sala stampa - evento rarissimo - al direttore generale dell'Olaf, Giovanni Kessler, che ha fornito ai corrispondenti europei i dettagli di questa inchiesta.

La conseguenza immediata di queste dimissioni è stata la sospensione sine die dell'adozione del progetto di direttiva sui prodotti del tabacco da parte della Commissione europea per la mancanza di un commissario europeo in grado di assumersene "la responsabilità politica". Di fatto il 22 ottobre il testo doveva entrare nella fase finale in vista di un'adozione nelle settimane successive.

Subito le organizzazioni europee di lotta contro il tabacco hanno tirato il segnale di allarme. La SmokeFree Partneership (Sfp), una lobby anti-tabacco, vede nelle dimissioni del commissario "un evento molto inopportuno", secondo la sua direttrice Florence Berteletti Kemp. Da più di un anno l'uscita della direttiva è stato rinviata di mese in mese, e gli attivisti anti-tabacco vedono ridursi sempre di più le possibilità che la procedura arrivi a termine in questa legislatura che finisce nel 2014. Infatti dopo l'adozione del progetto da parte del collegio dei commissari, prima di arrivare al voto finale rimane da compiere un lungo processo legislativo presso il consiglio dei ministri e al parlamento europeo.

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Tuttavia il 18 ottobre un'altra sgradevole sorpresa attendeva i collaboratori dell'Sfp al loro arrivo al 49-51 rue de Trêves, nel centro del quartiere europeo: i loro uffici erano stati visitati durante la notte. Diversi computer sono stati rubati e gli archivi rovistati.

Sulla ventina di organizzazioni presenti nell'edificio, solo tre uffici sono state visitati: quelli dell'Sfp, quelli dell'European Public Health Association e quelli dell'European Respiratory Society. Tre ong in guerra aperta contro le multinazionali del tabacco, che accusano di "bloccare, di correggere e di rinviare" la nuova legislazione, per riprendere il titolo di un rapporto di un centinaio di pagine sul lobbying dell'industria del tabacco commissionato dall'Sfp insieme a diverse organizzazioni di lotta contro i tumori.

Secondo i primi elementi dell'inchiesta i ladri sarebbero riusciti a disattivare il sistema di sorveglianza. Sarebbero entrati nell'edificio di otto piani dal tetto, scendendo lungo la facciata ed entrando dai balconi, per poi uscire dall'entrata con almeno una decina di computer portatili sotto braccio.

Dopo questo furto lo scandalo politico sta diventando sempre più grande. Dopo l'annuncio delle sue dimissioni, l'ex commissario Dalli ha fatto capire di esservi stato costretto. "La porta era aperta e dovevo uscire, con le buone o con le cattive", ha raccontato sul sito euractiv.com. Per la Commissione queste dimissioni "sono state presentate" da Dalli al presidente Barroso "davanti a testimoni".

Nel corso dei mesi scorsi il progetto di direttiva è stato bloccato diverse volte, in particolare su richiesta del servizio giuridico e della segretaria generale della Commissione, provocando la rabbia di diversi paesi, in particolare dell'Irlanda che è tradizionalmente all'avanguardia nella lotta contro il tabacco.

Tempo guadagnato

Nell'aprile 2012 Dalli aveva avvertito che sarebbe stato inflessibile, con grande soddisfazione da parte delle organizzazioni anti-tabacco. Secondo le poche fughe di notizie appare sulla stampa, le proposte prevederebbero il mantenimento del divieto dello snus, il tabacco da masticare prodotto dal gruppo svedese Swedish Match e attualmente autorizzato solo in Svezia. La Swedish Match, alleata dal 2009 con il gruppo Philip Morris, è all'origine della denuncia contro il commissario Dalli. Quest'ultimo voleva combattere anche le strategie di marketing dei giganti del tabacco, che fanno ricorso ai cosiddetti pacchetti "scrigno" dalle forme originali per sedurre in particolare la clientela femminile. Il progetto di testo avrebbe infine imposto il cosiddetto "plain packaging", un imballaggio neutro e poco attraente, oltre al divieto degli espositori visibili in alcune tabaccherie o edicole.

Nel maggio 2012 la Swedish Match ha sporto denuncia per tentativo di corruzione e l'Olaf, le cui inchieste durano spesso diversi anni, se ne è subito occupata con una rapidità insolita – il rapporto finale è stato ufficialmente presentato al presidente della Commissione cinque mesi dopo. Il rapporto, che non è definitivo, non stabilisce "la prova della partecipazione" del commissario, precisa il comunicato della Commissione del 16 ottobre.

Mercoledì un portavoce ha assicurato che la Commissione presenterà il progetto di direttiva "nelle prossime settimane", ma si dovrà attendere che venga nominato il successore di Dalli. Per gli attivisti anti-tabacco le possibilità che il testo superi l'esame legislativo prima della fine del mandato della Commissione e del parlamento sono sempre più scarse. E se il dossier dovesse slittare alla prossima legislatura, l'industria del tabacco avrebbe guadagnato un altro anno prima dell'applicazione delle misure restrittive previste. Non dimentichiamo che in origine il progetto di testo era stato annunciato per l'estate 2011.

La direttiva

Bruxelles lotta contro il tempo

Il commissario per le relazioni inter-istituzionali e l’amministrazione, lo slovacco Maroš Ševčovič, è stato incaricato d’urgenza di assumere l’interim alla salute e alla politica dei consumatori al posto del dimissionario John Dalli, in attesa che Malta nomini il suo sostituto definitivo entro metà novembre. Ševčovič ha spiegato al quotidiano Sme che il suo compito sarà quello di assicurarsi che la nuova direttiva sul tabacco a cui stava lavorando Dalli “sia adottata il più presto possibile”. Più restrittiva rispetto alle precedenti, la direttiva prevede tra l’altro avvisi più duri sui pacchetti di sigarette e limitazioni per le sigarette aromatizzate o elettroniche.

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