“Berlino e Parigi mettono un freno all’adesione della Serbia all’Ue”, titola Die Presse all’indomani della decisione della Commissione europea di raccomandare l’apertura dei negoziati di adesione con Belgrado e di associazione con Pristina. Una decisione che segue la firmadel testo sulla normalizzazione delle relazioni tra la Serbia e la sua antica provincia.
La prossima tappa è la scelta di una data per l’inizio dei negoziati di adesione, cosa che potrebbe prendere tempo. Da quel momento “tutto ciò che è stato stabilito dovrà essere attuato”, ha ricordato il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle durante il consiglio dei ministri degli esteri Ue del 22 aprile in Lussemburgo. Durante il vertice, aggiunge Die Presse,
è apparso evidente che i pesi massimi dell’Ue come Germania e Francia non vogliono farsi mettere fretta per quanto riguarda i negoziati di adesione con la Serbia.
Nonostante non garantisca che “l’adesione della Serbia è solo una quesitone di tempo”, come scrive Die Presse, secondo EUobserver l’accordo tra Serbia e Kosovo fornisce la prova tangibile dell’unità del Servizio europeo di azione esterna (Seae) e
assegna a Catherine Ashton la vittoria diplomatica di cui aveva disperatamente bisogno per dimostrare il valore del Seae come nuovo attore della politica estera dell’Ue. […] L’accordo tra Belgrado e Pristina rappresenta un chiaro successo diplomatico per il Seae, che d’ora in avanti potrà smorzare le critiche e i dubbi sulla sua utilità. […] Inoltre l’accordo invia un segnale forte e fa capire ai paesi della regione ma anche alle Nazioni unite, agli Usa, alla Russia, alla Cina e ad altri attori globali che l’Ue è decisa a stabilizzare i suoi confini e merita il premio Nobel per la pace ricevuto nel 2012.