Un nuovo settimanale è apparso nelle edicole britanniche questo 8 luglio: The New European. Benché il nome evochi diverse pubblicazioni e think tanks brussellesi, punta a quel 48 per cento di persone che hanno votato perché il Regno Unito rimanga nell’Unione europea nel referendum del 23 giugno.
The New European è pubblicato dal gruppo editoriale Archant, di Norfolk, che ha previsto inizialmente di realizzare quattro numeri. “Sarà l’interesse dei lettori a decidere se durerà più di un mese. La distribuzione sarà concentrata sulle zone che hanno votato massicciamente per il ‘remain’, come Londra e il sudest dell’Inghilterra, Liverpool e Manchester”, riferisce il Guardian.
“The New European pubblicherà delle analisi del processo della Brexit”, si legge sul sito del giornale, “le sue conseguenze e progressi e la messa in risalto della cultura e della vita europee, con dei contributi di alcuni dei giornalisti più rispettati e delle personalità più influenti del Regno Unito ed europei.”
“The New European non è legato agli schieramenti politici tradizionali ma all’entusiasmo e all’amore per l’Europa” – un sentimento quest’ultimo abbastanza inusuale nella stampa britannica, anche se la grande manifestazione del 30 giugno a Londra ha dimostrato che ci sono ancora moltissime persone nel Regno Unito che apprezzano la sua appartenenza all’Unione europea.
A spingere l’editore a tentare l’avventura sono stati l’entusiasmo di quel giorno e la rabbia dei “Remainers” e il loro giudizio severo sul modo in cui la stampa britannica ha coperto la campagna referendaria – e l’Ue in generale. Si trattava, spiega il direttore di The New European e Chief content officer del gruppo Archant Matt Kelly, di creare “un giornale su carta che riflettesse molto chiaramente i valori del 48 per cento” che non aveva votato per il “Leave”. Secondo lui potevano “contare solo su un paio di giornali tradizionalmente considerati di sinistra”, come il Guardian e il Daily Mirror, “ma entrambi non sembravano molto impegnati su questo fronte tranne negli ultimi giorni della campagna, quando era – come ormai è evidente – troppo tardi.”
Dopo il referendum, aggiunge Kelly,
il senso di sgomento e di privazione dei diritti civili è proseguito senza dar segni di diminuzione. Il fatto che i sostenitori del Leave siano a questo punto sprovvisti di un piano per il seguito non ha fatto altro che accrescere l’impressione di essersi sparati nel piede con un fucile a canne mozze.
L’inusuale lancio di un giornale su carta senza ricerche di mercato e lunghe discussioni sull’impaginazione e l’impostazione grafica sono state possibili grazie al fatto che The New European è destinato, secondo i suoi editori, a durare poco – un mese o forse un po’ di più – e al fatto che i suoi lettori, sostengono, esistono già: sono i 48 per cento.