Venti di guerra al confine con la Transnistria

Pubblicato il 20 Giugno 2013 alle 13:29

Poco dopo essere uscita dall’impasse politica e aver finalizzato i negoziati sull’accordo di libero scambio con l’Ue, la Moldavia vede avvicinarsi lo spettro di uno scontro militare.

“La Moldavia teme la possibilità di nuove ostilità militari”, scrive Jurnal de Chişinău il 20 giugno, mentre il parlamento moldavo discute su “come rispondere alla provocazione delle autorità di Tiraspol”. Il 10 giugno il soviet della regione secessionista e filorussa della Transistria ha decretato unilateralmente un nuovo tracciato della frontiera con la Moldavia includendo nel territorio tranistriano tre nuovi villaggi. Nell’aprile scorso i militari tranistriani avevano provato a installare alcuni edifici militari nel villaggio di Varniţa, ma gli abitanti li avevano respinti. I moldavi hanno installato il primo maggio nuovi posti di frontiera al confine della Transistria per mettersi in regola con le norme europee.

Secondo il quotidiano moldavo la Russia, che mantiene un contingente di pace in Transistria, non gradisce l’accordo di libero scambio e libera circolazione tra la Moldavia e l’Ue e teme che i tranistriani possano chiedere in massa la cittadinanza moldava:

In un comunicato che ricorda gli esordi della guerra in Georgia nell’agosto del 2008, Mosca invita Chişinău e Tiraspol ad “astenersi da azioni unilaterali che possano condurre a un conflitto”, senza però fare nulla per dissuadere il presidente tranistriano Yevgeny Shevchuk dalle sue mire espansionistiche.

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Secondo Timpul l’incidente di Varniţa è una “spada di Damocle”, perché il decreto di Shevchuk che conferma della decisione del soviet sulle nuove frontiere entrerà in vigore il 24 giugno:

il contingente di pace russo interverrà se l’aggressore, ovvero i soldati della Transnistria, occuperà Varniţa ? […] Il decreto è una dichiarazione di guerra permanente.

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