Buča, ricorderò questo nome
Quando lo scrittore polacco Leszek Jażdżewski ha saputo dell'invasione dell'Ucraina, si è sentito travolto dall'impotenza. Mentre molti dei suoi compatrioti stavano rinnovando i passaporti per lasciare il paese in caso di emergenza, è andato incontro ai rifugiati ucraini alla stazione ferroviaria, parlando il russo che aveva imparato a scuola. "Una lingua spezzata per un paese a pezzi", scrive con amara ironia.