La vicenda dell'intercettazione delle email di alcuni scienziati britannici alla vigilia della conferenza di Copenaghen si tinge di giallo: "Le email dei climatologi sono state rubate dalla Russia", titola Mladá Fronta Dnes. Secondo gli inquirenti, i pirati informatici che hanno violato i codici d'accesso del server usato dagli scienziati erano basati a Tomsk, in Siberia. Il quotidiano ceco evoca quindi l'ipotesi, ripresa dalla stampa britannica, di un complotto ordito da Mosca. La Russia, uno dei paesi più inquinanti e dei maggiori produttori di gas e petrolio, avrebbe effettivamente tutto l'interesse a screditare i partecipanti alla conferenza, il cui principale obiettivo è raggiungere un accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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