"I risparmiatori sono l'ultimo baluardo contro la crisi?", si domanda la Tribune. "Mentre da più parti si chiede la rinazionalizzazione dei debiti europei, negli ultimi mesi si è fatta strada l'idea di fare appello alla solidarietà nazionale. La settimana scorsa il governo belga, alle prese con un aumento spaventoso dei costi di finanziamento del debito, ha annunciato un'emissione di titoli aperta a tutta la popolazione. […] L'obiettivo era soprattutto dimostrare ai mercati che anche in piena crisi politica il paese è unito".
"Titoli di stato: tutti li vogliono per 5 anni", titola la Libre Belgique, sottolineando che l'operazione è stata un "successo insperato". Secondo il quotidiano l'obiettivo dei 2 miliardi in sottoscrizioni è stato quasi raggiunto, e i risparmiatori si sono concentrati soprattutto sui buoni quinquennali al 4 per cento. La Libre Belgique sottolinea che l'emissione del 24, 25 e 28 novembre "è stata favorita dall'impegno del primo ministro uscente Yves Leterme, che ha fatto appello ai risparmiatori belgi".
In Italia il "Btp day" del 28 novembre è stata, secondo il Corriere della Sera, un successo nella lotta alla speculazione. Con un interesse superiore al 7 per cento, i buoni triennali e decennali offrono prospettive di guadagno allettanti, e l'operazione è stata favorita anche dalla decisione delle banche di ridurre i costi di commissione. "L'obiettivo è dare un chiaro segnale del proprio impegno per l'Italia", ha spiegato al quotidiano l'associazione dei banchieri italiani (Abi). L'acquisto dei bond da parte dei privati "può essere un contributo importante per dimostrare la fiducia che gli italiani hanno nel proprio Paese". L'iniziativa dovrebbe essere ripetuta il prossimo 12 dicembre.
Anche se la Francia rischia di perdere la tripla A, i cittadini francesi sembrano invece poco inclini a correre in aiuto delle finanze pubbliche, spiega La Tribune. Secondo un sondaggio di Harris Interactive JOL Press, meno di un terzo degli intervistati sarebbe disposto ad acquistare i titoli di debito francesi a tassi equivalenti a quelli di mercato.
"Si pensava che i francesi fossero più coinvolti, in una situazione di crisi generale e in un momento in cui il presidente e il primo ministro fanno costantemente riferimento al 1945 e a una 'guerra' contro i mercati. E invece la speranza di un'emissione massiccia di titoli per i cittadini, accarezzata l'anno scorso da Nicolas Sarkozy, si dissolve. […] E intanto c'è una realtà sempre più difficile da ignorare: nel complesso i francesi consumano più di quanto producano".
