“Bruxelles impone alla Spagna più tagli che a Grecia, Portogallo e Irlanda”, denuncia El País. La Commissione europea esige che Madrid porti il deficit dall’8,5 al 3 per cento del pil in due anni. La riduzione del 5,5 per cento “è doppia rispetto a quella chiesta a Dublino - 3 per cento in due anni - e superiore anche a quella pretesa da Atene, 5 per cento in due anni”. Secondo El País
nella storia economica contemporanea non esiste un aggiustamento paragonabile […]. La Spagna è arrivata a un bivio diabolico: il deficit, in aumento, la obbliga a realizzare tagli alla spesa, che a loro volta peggiorano il precario stato di salute dell'economia […]. Secondo alcuni esperti se la scadenza non sarà procrastinata la Spagna non potrà rispettare gli obiettivi.
I tagli richiesti ammontano a 55 miliardi di euro, e cominceranno venerdì 30 marzo con l'annuncio della finanziaria per il 2012. Secondo il quotidiano spagnolo la Spagna ha davanti a sé un cammino ricco di ostacoli, perché
il recente disaccordo tra la Commissione e Madrid e la levata di scudi provocata nel paese dal mantra dell’austerity dei partner più ortodossi rendono particolarmente difficile il raggiungimento degli obiettivi legati al deficit.
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Come ricorda El Mundo, “il partito di Angela Merkel intende esaminare le riforme avviate dalla Spagna”. Il 2 aprile una delegazione di parlamentari della Cdu, partito della cancelliera tedesca, si recherà infatti a Madrid:
La modifica dell’obiettivo per il deficit spagnolo ha suscitato la sfiducia della Germania e del partito di Merkel […] Lo scopo [della visita] è duplice: assicurarsi che dopo lo sciopero generale del 29 marzo il programma di riforme rimanga assolutamente inalterato e verificare che la modifica dell’obiettivo per il deficit non sia una scusa per guadagnare tempo, e che il paese faccia del suo meglio.
