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La Consulta ha respinto la richiesta di Silvio Berlusconi di spostare da Milano il processo in cui è accusato di manipolazione dei conti della sua azienda mediatica, stabilendo che un consiglio dei ministri del 2010 – quando Berlusconi era premier – non rappresentava un motivo valido per non presentarsi a un’udienza, riporta il Corriere.
Berlusconi è già stato condannato nei primi due gradi di giudizio, e il verdetto finale (atteso nei prossimi mesi) potrebbe confermare la sentenza a 4 anni di carcere (3 dei quali già amnistiati) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il Cavaliere, il cui sostegno è fondamentale per la sopravvivenza del governo di Enrico Letta (Pd), ha dichiarato che questa sentenza “politica” non rappresenta un rischio per la coalizione, ma i ministri del suo partito hanno minacciato le dimissioni in caso di conferma della condanna.
Il 9 luglio il parlamento dovrebbe votare una mozione per rendere ineleggibile Berlusconi in quanto proprietario di reti televisive, un’altra prova difficile per un governo fragile.

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