Nonostante lo scarso entusiasmo iniziale dei francesi e l’esigua domanda di biglietti costosi, evidenziata da Karina Dyakova nel quotidiano bulgaro Kapital, i Giochi Olimpici hanno lasciato un segno profondo nell’Europa sudorientale. Parigi 2024 è stato tanto un ramoscello d’ulivo quanto un vaso di Pandora, capace di catalizzare emozioni di unità e meraviglia, ma anche di far emergere conflitti ideologici e politici.
Il lato positivo
In un editoriale della rivista culturale romena Dilema Veche, il commentatore sportivo Radu Naum ha celebrato i Giochi dicendo che “hanno fatto faville”, rimarcando la loro diversità, originalità e l’ottima scelta dei luoghi, con giovani atleti sorridenti che hanno trasmesso al mondo un messaggio chiaro: “La vita è bella.” Allo stesso modo, Dimitar Kamburov di Kapital ha descritto la cerimonia di apertura come una “vera opera d’arte,” mentre lo stesso giornale ha definito Thomas Jolly, direttore artistico dell’evento, un “architetto del capitalismo.”
Inoltre, le Olimpiadi hanno regalato al Sud-est Europa diverse soddisfazioni. Secondo il medagliere ufficiale di Parigi 2024, ben cinque nazioni della regione si sono piazzate tra i primi 30 paesi: Romania con 9 medaglie (23° posto); Turchia e Grecia con 8 medaglie ciascuna (26° posto); Croazia e Bulgaria con 7 medaglie (30° posto).
Indignazione tra gli ortodossi
Le Chiese Ortodosse di Bulgaria e Romania hanno criticato duramente i Giochi Olimpici, in particolare la cerimonia di apertura. Come riportato dal portale di notizie bulgaro Mediapool, il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara ha affermato che le immagini artistiche proposte durante l’evento “sono incompatibili e in contrasto con la morale evangelica cristiana”.
Intanto in Romania, come citato da Ioana Ion del quotidiano Adevărul, l’ex portavoce della Chiesa Ortodossa, Vasile Bănescu, ha polemizzato con un post su Facebook contro la presunta parodia dell’Ultima Cena: “Il volto ripugnante di chi, posseduto dall’ideologia, non può fare a meno di deridere e oltraggiare tutto ciò che è puro e sacro”.
Denuncia contro la pallavolista olimpica Lgbt+ da parte di un sostenitore del partito di Erdogan
Dopo aver contribuito a portare la squadra femminile turca di pallavolo in semifinale alle Olimpiadi, la giocatrice Lgbt+ Ebrar Karakurt è stata oggetto di una denuncia. Ad accusarla è stato un sostenitore del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP, islamico-conservatore), noto per le sue istigazioni contro i detrattori del regime di Erdogan. Secondo quanto riportato dal quotidiano turco Cumhuriyet, il caso è scoppiato dopo che Karakurt ha ironicamente chiesto alla squadra: “Ragazze, chi è questo idiota?”, in risposta allo stesso istigatore che aveva lodato la squadra turca “ad eccezione della provocatrice di nome Ebrar Karakurt”.
Olimpionici serbi: abbracciare o non abbracciare il presidente Vučić
Anche in Serbia, i Giochi hanno scatenato una serie di reazioni politiche e personali. Dušan Mandić, medaglia d’oro di pallanuoto di Parigi, ha rifiutato la stretta di mano con il sindaco di Belgrado, Aleksandar Šapić (Partito Progressista Serbo, populista), durante la cerimonia di ricevimento degli atleti, a causa di dissapori personali, come riportato da Aleksandar Pavlovic su Danas. A differenza di Mandić, altri olimpionici serbi non hanno esitato ad abbracciare calorosamente il presidente Aleksandar Vučić (anch’egli del Partito Progressista Serbo), aumentando così i suoi consensi politici.
“Capisco il protocollo, e so che è normale ricevere le congratulazioni dal presidente del proprio paese, ma non necessariamente un abbraccio così caloroso. Non lo meritava”, ha scritto il giornalista di Danas Uglješa Bokić. “Amo lo sport, ma non posso gioire per i successi sportivi mentre il mio paese e la mia gente è in lotta e ne paga le conseguenze a causa dell’avidità di questo regime”, ha concluso Bokić.
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