È la fine di oltre cinquant'anni di dittatura in Siria. L'8 dicembre una coalizione armata guidata dal gruppo islamista Hay'at Tahrir Al-Sham (HTC) di Abu Mohammed Al-Joulani è entrata nella capitale Damasco dopo un'offensiva lampo. Il presidente siriano Bashar al-Assad, che aveva ereditato il potere dal padre e il cui regime era noto per la sua brutalità e corruzione, ha lasciato il paese. La sua caduta è stata accolta da manifestazioni di gioia in Siria, ma anche in Europa, dove quasi 1,3 milioni di siriani si sono rifugiati dal 2015.
Bashar al-Assad ha invece trovato rifugio in Russia, presso un altro dittatore e alleato di lunga data, Vladimir Putin. Sebbene si sia rifugiato a Mosca, per il momento non è previsto che il leader deposto incontri il presidente russo.
La caduta del regime siriano è uno smacco per il Cremlino. La Russia disponeva di una preziosa base navale a Tartous – il suo unico accesso diretto al Mediterraneo – e di una base aerea vicino a Latakia, nella parte occidentale del paese. Resta da vedere come Putin, troppo impegnato in Ucraina, reagirà alla minaccia alle sue posizioni siriane. Per il momento, la caduta a sorpresa del clan Assad segna l'inizio di una transizione politica dopo anni di guerra civile che hanno dissanguato il paese.
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >
Partecipa alla discussione
Divento membro per tradurre i commenti e partecipare