I manifestanti pro-Europa sono nuovamente scesi in piazza per protestare contro il governo di Sogno georgiano, dopo che il 28 novembre il primo ministro Irakli Kobakhidze ha annunciato che avrebbe sospeso i colloqui di adesione all'Ue almeno fino alla fine del suo attuale mandato, nel 2028.
Dopo l'annuncio di Kobakhidze, decine di migliaia di persone hanno manifestato nella capitale Tbilisi e in altre città del paese, mentre l'opposizione chiede che i negoziati con Bruxelles proseguano e nuove elezioni. Le manifestazioni hanno dato luogo a scontri con la polizia, che ha arrestato diverse decine di persone durante tafferugli talvolta violenti.
La lista di domande e risposte che seguono sono una sintesi dei pareri dell'opinione pubblica, basata sulla ricerca condotta in Georgia dal 2006, sullo studio dei risultati di decine di sondaggi e focus group e sulle discussioni avute dall'autore in diversi contesti.
Si tratta di “un’altra Maidan”?
Le persone non chiedono una Maidan. Vogliono che le autorità rispettino la costituzione e i loro diritti. La crisi finirà quando Sogno georgiano tornerà a operare all'interno di un quadro costituzionale: per essere operativo il parlamento dovrebbe essere convocato dalla presidente. Minacciare il proprio popolo affinché si sottometta non è una strategia politica accettabile.
La Georgia è “polarizzata”?
Polarizzazione è un termine che Sogno georgiano ama usare per giustificarsi. Anche se ripreso da alcuni diplomatici e commentatori, è un concetto fuorviante, poiché implica una sorta di scontro orizzontale. Si tratta piuttosto di un assalto, dall'alto, all'ordine costituzionale. In sostanza, in Georgia non c'è il tipo di spaccatura profonda alla quale siamo abituati a pensare: ad esempio, in Occidente, su questioni centrali come l'aborto, l'immigrazione o il controllo delle armi.
Quali sono le posizioni di Sogno georgiano?
Sebbene spesso ci si riferisca a Sogno georgiano come a un'entità politica, in realtà si tratta di uno strumento creato e di proprietà di un solo uomo. Non si tratta di un partito politico come lo si intende classicamente, con un processo di articolazione di opinioni e posizioni. A differenza del partito comunista, non esiste un politburo o una segreteria. Inoltre, le forze di sicurezza sono di fatto subordinate direttamente a Bidzina Ivanishvili e non rispondono al primo ministro perché sono gestite da persone che facevano parte della sua scorta.
Sogno georgiano gode di sostegno reale?
Il partito Sogno georgiano gode di un sostegno effettivo nel paese. Al di fuori di Tbilisi, i sostenitori principali sono tipicamente reti di persone (e spesso famiglie) che ricoprono cariche statali o lavorano in aziende che beneficiano di finanziamenti pubblici. La principale proposta di Sogno georgiano negli ultimi anni è stata la stabilità. In questo momento, tuttavia, il partito si sta allontanando in modo radicale dalla traiettoria stabilita in Georgia, contribuendo in modo significativo alla demoralizzazione dei suoi ranghi.
Ci sono altri modi in cui Sogno georgiano ha preso il controllo del paese?
Sogno georgiano controlla completamente la funzione pubblica, monitora l'attività su Facebook dei dipendenti pubblici e sottomette sistematicamente qualsiasi dissenso. Ha assegnato agenti della Sssg (Sicurezza di stato) alla maggior parte delle istituzioni pubbliche, comprese le università; gli agenti accedono liberamente alle risorse statali, compresi i database governativi, per monitorare i cittadini. Inoltre, in passato ha ampliato la rete del welfare e ora la utilizza per costringere i cittadini alla sottomissione.
E l’opposizione?
Non esiste una sola opposizione. “L'opposizione” è un termine che spesso ha contribuito a fare affermazioni generiche e ha ostacolato l'analisi delle sfumature. Si dovrebbe ragionevolmente parlare di “partiti di opposizione”, che rappresentano una vasta gamma di punti di vista. Questi partiti hanno cercato di coordinare alcune delle loro posizioni. Il coordinamento, a sua volta, ha richiesto tempo, soprattutto per adattarsi a circostanze radicalmente mutate.
La Russia potrebbe intervenire militarmente a sostegno di Sogno georgiano?
Poiché il Cremlino sostiene apertamente il percorso di Sogno georgiano, alcuni si chiedono se l'esercito russo potrebbe sostenere direttamente il suo governo. Molti esperti non considerano questo scenario plausibile al momento. La Russia ha dovuto reclutare soldati nordcoreani per cercare di rispondere alla limitata incursione dell'Ucraina a Kursk. Sebbene alcuni elementi significativi dell'apparato repressivo, sembrino essere filo-russi, un intervento diretto in Georgia porterebbe a defezioni di massa nelle forze di sicurezza e probabilmente a un'insurrezione in tutto il paese. Un intervento del genere minaccerebbe una via di rifornimento strategica su cui la Russia fa affidamento. Il Cremlino indebolirebbe notevolmente la sua posizione strategica aprendo un secondo fronte in un territorio montuoso.
Lo scenario di un intervento russo deriva tipicamente da un prisma riduttivo “Russia contro Occidente”. La situazione regionale è geopoliticamente più vantaggiosa per la Georgia: il paese è un corridoio di transito strategico per la Turchia, l'Azerbaigian e i paesi dell'Asia centrale. Questi paesi hanno un forte interesse a mantenere una Georgia non totalmente asservita alle richieste del Cremlino. Tutto ciò non deve far pensare che la geopolitica della Georgia sia semplice o che il Cremlino non abbia influenza. Tuttavia, l'idea che non ci sia altra opzione sensata se non la resa è un'idea del Cremlino, non una valutazione realistica.
I georgiani non sanno che l’Occidente e l’Ue hanno molte carenze?
La maggior parte dei georgiani sa perfettamente che l'Ue ha molti limiti e li ha sperimentati nella gestione spesso approssimativa degli sviluppi nella regione da parte di Bruxelles. Allo stesso tempo, i georgiani capiscono meglio di molti cittadini dell'Ue qual è la posta in gioco e che la libertà non può essere data per scontata.
(Un saggio di Nino Haratishvili, per ora solo in tedesco, riassume questa visione, qui).
Le disfunzioni di un regime autoritario sono impresse nell'esperienza della maggior parte delle famiglie. Per molti, la bandiera dell'Ue è un simbolo di rivendicazione del proprio futuro.
Quali possono essere le motivazioni di Bidzina Ivanishvili?
Attualmente circolano due spiegazioni plausibili. La prima è che Bidzina Ivanishvili stia in questo modo soddisfacendo un elenco di richieste del Cremlino che sono state accompagnate da minacce contro di lui e la sua famiglia. Queste richieste includono un riconoscimento più formale dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud come entità e la rimozione dell'articolo 78 (obbligo di promuovere l'integrazione nelle strutture euro-atlantiche) dalla costituzione georgiana, e potrebbero riguardare anche altri punti. Per creare lo spazio politico per queste richieste, sta lavorando per eliminare tutte le potenziali fonti di opposizione. Il Cremlino potrebbe cercare di accelerare l'effettivo assoggettamento della Georgia in vista di un eventuale accordo in Ucraina, ponendo l'intero Caucaso sotto la propria sfera d'influenza in stile Yalta.
In una spiegazione alternativa, anch'essa ampiamente discussa, Bidzina Ivanishvili (“l'uomo più solo del Caucaso”) potrebbe essere soggetto a una paranoia crescente, con pochi interlocutori in grado di dissuaderlo da atteggiamenti estremi. In questo contesto, forze interne ed esterne contribuiscono a depredare il paese, poiché ne traggono profitto finanziario e politico. Queste spiegazioni non si escludono a vicenda.
Esistono proposte plausibili per una soluzione?
Uno dei piani più completi è stato presentato dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Questa dichiarazione, sostenuta dal gruppo Socialisti, Democratici e Verdi (Soc), dal Partito Popolare europeo (Ppe/Cd) e dall'Alleanza dei democratici e dei liberali per l'europa (Alde), afferma che:
"per poter percorrere la strada di una Georgia libera e democratica e non quella della violenza e della repressione, sono necessarie condizioni quadro chiare nel paese e da parte della comunità internazionale. Queste condizioni comprendono:
- il rispetto del mandato della presidente in carica fino allo svolgimento di nuove elezioni libere ed eque”.
- nuove elezioni che si svolgeranno senza pressioni e in condizioni libere ed eque,
- la fine immediata della violenza e della detenzione indiscriminata dei manifestanti.
- l'introduzione coerente di sanzioni da parte degli Stati europei contro i rappresentanti del “Sogno georgiano”, tra cui il divieto di ingresso e il congelamento dei beni
- il rilascio immediato dei manifestanti detenuti."
👉 L'articolo originale su Civil.ge
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