Manifestazioni del genere in Turchia non si vedevano da dieci anni. Dal 19 marzo, i cittadini turchi sono scesi in strada per protestare contro il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan (Adalet ve Kalkınma Partisi, AKP, islamo-conservatore) dopo l'arresto, all'alba dello stesso giorno, di Ekrem İmamoğlu (Cumhuriyet Halk Partisi, CHP, centro-sinistra), sindaco di Istanbul e principale rivale del presidente, nell'ambito di un'indagine per corruzione.
Avvenuto solo pochi giorni prima della sua designazione (già annunciata) come candidato alle elezioni presidenziali del 2028, l'arresto di İmamoğlu è stato visto da una parte della popolazione come un chiaro tentativo di mettere a tacere l'opposizione. In totale, un centinaio di persone legate al CHP sono state arrestate contestualmente a İmamoğlu.
La protesta, che ha immediatamente riunito migliaia di persone, si è intensificata nei giorni successivi. La reazione del potere è stata particolarmente dura: oltre alla violenta repressione delle manifestazioni, più di mille persone sono state arrestate, tra le quali molti giornalisti.
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