Il bilancio delle vittime del bombardamento russo che ha colpito la città di Sumy (nel nord-est dell'Ucraina) il 13 aprile è di almeno 34 morti. Questo attacco segue quello del 4 aprile contro Kryvyi Rih (nel centro del paese), città natale del presidente Volodymyr Zelensky, che aveva provocato 19 morti, tra cui numerosi bambini. L'attacco – il più devastante contro i civili ucraini da mesi – ricorda che la pace annunciata dai negoziati tra Stati Uniti, Ucraina e Russia è ancora lontana.
Lontano dalle bombe le discussioni tra Stati Uniti e Russia avviate nel febbraio 2025 procedono a rilento. Sebbene siano state ottenute alcune concessioni, come l'impegno a non prendere più di mira le infrastrutture energetiche di entrambe le parti, gli incontri tra diplomatici americani e russi non hanno ancora prodotto risultati tangibili. L'atteggiamento del Cremlino, che temporeggia pur affermando di essere pronto a “una pace permanente” alle sue condizioni, provoca malumori perfino nei vertici solitamente concilianti dell'attuale amministrazione americana: Donald Trump sta valutando la possibilità di imporre ulteriori sanzioni alla Russia se non si raggiungerà un accordo entro fine aprile.
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