Due partiti sul primo gradino del podio, ma un solo vincitore: così si concludono le elezioni legislative anticipate del 26 ottobre nei Paesi Bassi. Secondo i risultati preliminari il partito centrista D66 di Rob Jetten è in testa con 26 seggi su 150 nella Seconda camera (camera bassa), a pari merito con il Partito per la libertà (Pvv, estrema destra), che crolla, perdendo undici seggi.
Seguono il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd, centro-destra, 22 seggi), il partito Sinistra verde-Partito laburista (Gl/PvdA, sinistra, 20 seggi) e l'Appello cristiano-democratico (Cda, centro-destra, 18 seggi). Una volta noti i risultati definitivi e composta la Seconda camera, spetterà a Jetten formare una maggioranza parlamentare in un paesaggio politico frammentato. L'intenzione dichiarata è quella di escludere il Pvv e il suo leader Geert Wilders, che rimane uno dei principali protagonisti politici del paese. Per alcuni osservatori la vittoria strappata da Jetten segnerebbe il ritorno di una certa “normalità” in politica, definita da un progressismo liberale e laico di fronte al populismo di destra.
La Camera era stata sciolta dopo il ritiro del Pvv dalla coalizione di governo guidata dal Vvd, lo scorso giugno, dopo meno di un anno di mandato. Wilders, che aveva sorpreso tutti vincendo le elezioni anticipate del novembre 2023 con un ampio vantaggio sui suoi avversari, riteneva insufficiente l'inasprimento delle norme in materia di immigrazione e asilo, il suo cavallo di battaglia.
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