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False medaglie e veri profitti: come funziona il sistema europeo di premi enologici

Gli scandali di frode in Francia rivelano un uso scorretto delle medaglie dei concorsi vinicoli, dallo champagne contraffatto alle etichette false per l’export. E i consumatori sono disarmati.

Pubblicato il 8 Dicembre 2025

“Le medaglie incollate alle apposte dei vini sono state molto utili per attirare clienti, in modo particolare nei mercati di esportazione. Chopin ha ottenuto un premio per uno champagne nel 2022, ma ha continuato a usare le stesse medaglie sulle bottiglie contraffatte che ha prodotto l’anno seguente”, racconta Ludivine Jeanmingin, ex responsabile dell’azienda vinicola Didier Chopin, caduta in disgrazia dopo le sue denunce. 

Il 2 settembre 2025, un giudice di Reims ha condannato Didier Chopin, il proprietario, a quattro anni di reclusione (18 mesi da scontare, con una sospensione della pena di due anni e mezzo) per aver prodotto fino a 1,8 milioni di bottiglie di champagne falso. Chopin è stato riconosciuto colpevole di frode e uso improprio di un’appellazione. Lui e la moglie Karine, condannata a due anni con sospensione della pena, sono stati multati di 100mila euro ciascuno; alla sua azienda è stata inflitta una multa di 300mila euro.

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Una bottiglia di champagne contraffatto venduto dal marchio Chopin. | Foto: ©Ludivine Jeanmingin

In un altro caso di grande risonanza, nel febbraio 2025, un tribunale di Bordeaux ha inflitto una multa di 100mila euro al grossista Ginestet per frode ai danni dei consumatori. L’azienda aveva inviato in Giappone 250mila bottiglie con un packaging che proclamava di aver vinto 66 medaglie; in realtà, i vini spediti non ne avevano ottenuta neanche una.

Entrambi i casi riguardano l’uso illecito delle medaglie assegnate dal concorso enologico Gilbert & Gaillard (G&G), le cui etichette dorate compaiono spesso sulle bottiglie negli scaffali dei supermercati. In Francia ogni anno fino a 24mila vini ricevono una medaglia. E tuttavia, ironicamente, proprio un tipo di medaglia – quella di G&G – è diventato famoso per motivi sbagliati.

G&G ha dichiarato pubblicamente di aver assegnato in modo del tutto legittimo una medaglia d'oro allo champagne Didier Chopin nel 2022 per un vino non associato a quello contraffatto. Ciononostante, Chopin è riuscito a ingannare i consumatori applicando gli stessi adesivi alle bottiglie false, evidenziando l’inefficacia dei controlli.

I servizi giornalistici sotto copertura sul concorso enologico G&G di Patti chiari, un programma di inchieste della televisione pubblica svizzera Rsi, e quello del programma televisivo belga On n’est pas des pigeons hanno sollevato degli interrogativi su come un imperativo commerciale possa avere un impatto sulle procedure di valutazione nei concorsi. In entrambi i casi vini a buon mercato venduti nei supermercati e ribrandizzati con false etichette hanno vinto delle medaglie d’oro.

Le analisi degli addetti ai lavori rivelano l'entità delle attività fraudolente e l'inadeguatezza dei controlli.

Un consulente e produttore esperto della Borgogna, giudice in diversi concorsi francesi e collaboratore del Guide Hachette des Vins, che ha chiesto l’anonimato, afferma: “La cosa importante non sono le competizioni in sé, ma le medaglie. Chi andrà a verificare l’autenticità di una medaglia? Chi controllerà dopo l’assegnazione? Chi effettuerà una contro-perizia sulle modalità di assegnazione di una medaglia in una gara? Nessuno. Dal momento che non esiste alcuna controperizia, possiamo fare quello che vogliamo con una medaglia. Chi mai si lamenterà dicendo: ‘Sì, certo, ho vinto una medaglia, ma il vino non era buono?’”

Nel frattempo, l’Armonia Group, società francese che gestisce 15 concorsi enologici, afferma di essere stata recentemente coinvolta in contenziosi con aziende vinicole in Francia e Germania per l’uso abusivo degli adesivi delle medaglie.

“Capita. È impossibile controllare tutto in ogni mercato,” ammette Lucille Oudard, direttrice di Armonia UK Ltd. 

Quentin Havaux, ad del Concours Mondial de Bruxelles (Cmb), racconta che negli ultimi cinque anni sono venuti alla luce due casi di aziende vinicole che hanno utilizzato in modo fraudolento gli adesivi con la medaglia Cmb sui vini, uno in Francia e uno in Italia. In entrambi i casi, sono stati gli acquirenti della grande distribuzione a segnalare le irregolarità al Cmb.

Havaux aggiunge che le analisi effettuate sui vini hanno dimostrato che le aziende avevano applicato adesivi di medaglie Cmb a vini che non avevano ottenuto alcun premio. Il Cmb chiede alle aziende vinicole di fornire informazioni sull’origine e lo stoccaggio dei vini, compresi i dettagli sulle vasche contenenti i vini premiati. Ma un controllo completo sull’uso delle medaglie apposte alle bottiglie spedite in tutto il mondo resta un’illusione.

Vini “medagliati” scontati venduti in un supermercato in Francia. | Foto: Barnaby Eales
Vini “medagliati” scontati venduti in un supermercato in Francia. | Foto: ©Barnaby Eales

La Francia, epicentro europeo dei concorsi enologici con 124 competizioni ufficialmente riconosciute, dispone delle norme più rigide (o, per alcuni concorsi, più restrittive) in materia. Eppure, ironicamente, è anche l’unico paese in cui i casi recenti di frode hanno riguardato l’uso improprio delle medaglie sulle bottiglie.

Un nuovo sondaggio condotto in Francia e pubblicato dall’Istituto Viavoice nell’agosto 2025 mostra che il 32 per cento degli intervistati non si fida delle medaglie sui vini o le considera con sospetto. Un sondaggio simile di Viavoice del 2022 ne confermava la rilevanza commerciale: sette francesi su dieci dichiaravano che la presenza di medaglie influenzava le loro decisioni di acquisto. Un dato sorprendente: il 64 per cento degli intervistati diceva di non sapere che cosa significassero realmente le diverse medaglie.

La Direzione Generale della Concorrenza, del Consumo e della Repressione delle Frodi (Dgccrf) ha rifiutato di commentare le accuse sulla mancanza di controlli nell’assegnazione delle medaglie. Alcuni suoi agenti sono però stati coinvolti in un importante caso di frode ai consumatori, in cui il grossista Ginestet è stato accusato di aver ottenuto due medaglie d’oro per alcuni vini, nonostante parte del vino non fosse ancora stato prodotto al momento del concorso.

Documenti giudiziari ottenuti in esclusiva da Voxeurop mostrano come gli agenti hanno ricostruito le diverse origini dei vari assemblaggi usati nella produzione, e, grazie ad analisi di laboratorio, hanno rilevato differenze nei livelli di alcol e acidità dei vini premiati. Ginestet commercializzava un Bordeaux AOP (Dop) rosso 2015 con il marchio “Cour de Mandelotte”, ma le medaglie d’oro sarebbero state ottenute illegalmente e applicate a 3.082.848 bottiglie e 589.680 bag-in-box da tre litri venduti nel gruppo Lidl. Le bottiglie con le medaglie contenevano vini che non avevano vinto alcun premio.

Il 4 febbraio 2020 un tribunale di Bordeaux ha assolto gli imputati Denis Merlaut e Franck Lederer, direttori di Ginestet, e Sylvain Patard, redattore di Gilbert & Gaillard.

Dice Caroline Baret, che ha fatto parte della Corte che ha giudicato il caso: “Gli ho fatto presente [a Ginestet] che c'era una discrepanza tra l'uso di una medaglia per il vino miscelato in un anno e l'uso della stessa medaglia per altri vini prodotti dopo che la medaglia era stata ottenuta. Ha risposto:  "La nostra competenza come commercianti di vino ci consente di produrre un vino identico." 

Baret afferma che gli imputati sono stati assolti a causa di vizi nella procedura di convocazione. Ginestet e Gilbert & Gaillard non hanno risposto alle richieste di commento.

Portata globale

Dal 2018 la Wine Tasting and Trading Limited di Gilbert & Gaillard ha sede a Hong Kong ed è quindi esente dalla legislazione francese, che stabilisce che non più di un terzo dei vini iscritti a un concorso può vincere una medaglia – un limite che riduce i potenziali introiti derivanti dalla vendita degli adesivi e dalle quote di partecipazione.

Hong Kong è un hub per il commercio del vino e una porta d’ingresso per la Cina e l’Asia, dove si tengono un numero crescente di concorsi enologici. Diversi concorsi, tra cui il Cmb, l’International Wine and Spirit Competition (Iwsc) e il Frankfurt Wine Trophy, sono diventati globali, con i paesi ospitanti che coprono i costi dell’evento. Si dice che la Cina abbia pagato 2,5 milioni di euro per ospitare l’edizione principale del Cmb nel maggio di quest’anno.

I concorsi come Iwsc e Cmb negano che i paesi ospitanti possano influire sui risultati. Ma l’intreccio autoreferenziale di rapporti d’affari tra produttori, compratori, esperti e giudici inviati in viaggi spesati, per esempio in Armenia o in Messico, sembra far comodo a tutti. E forse questo spiega perché i concorsi siano così popolari presso le aziende vinicole, che usano le medaglie come strumenti di marketing per vendere il vino, lasciando però i consumatori all’oscuro su cosa quelle medaglie significhino davvero e su quanto efficaci siano i controlli.

L’immagine apparentemente innocua dei giudici seduti a degustare vini in un clima di convivialità è lontana dalla realtà di un settore che genera milioni l’anno per alcune aziende, pur offrendo ben poco ai consumatori. I Decanter World Wine Awards, il più grande concorso enologico al mondo, con sede a Londra, hanno ricevuto 16.775 candidature nel 2025. Nel 2026, le aziende pagheranno 209 euro per iscrivere ciascun vino, oltre ai costi di trasporto e all’Iva (se applicabile) e, secondo alcune fonti, vengono incoraggiate a comprare pubblicità sulla rivista Decanter. Nell’industria del vino, è un segreto di Pulcinella che la rivista non potrebbe sopravvivere senza il suo concorso.

Con un tasso di premiazione dell’82,2 per cento, le candidature dell’anno scorso sono state giudicate per fasce di prezzo e hanno ricevuto vari livelli di riconoscimento, dal commended (encomio) all’oro – un sistema che rende più probabili le vendite dei vini premiati.

Nonostante la crescita del marketing digitale la vendita degli adesivi rimane una fonte cruciale di entrate per i concorsi enologici più redditizi, che negli ultimi dieci anni sono proliferati in Europa e oltre. La francese Armonia Group ha affermato che la vendita di medaglie rappresenta quasi metà del suo fatturato. L’Iwsc sostiene che le vendite di vini “medagliati” non sono diminuite. Altri due concorsi affermano che le medaglie rappresentano circa il 10 per cento degli introiti.

Il Cmb, che limita le medaglie a un terzo dei vini iscritti secondo le linee guida dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino, ha dichiarato un fatturato di 2 milioni di euro nel 2024 e utili netti per 200mila euro derivanti dalle quote d’iscrizione, dai costi di spedizione e dalla vendita di medaglie e altre attività promozionali.

Nel mondo degli acquirenti affrettati dei supermercati, le medaglie continueranno ad abbagliare i consumatori con il luccichìo dell’oro e dell’argento.

🤝 Questa inchiesta è stata sostenuta da Journalismfund Europe
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