“Bruxelles indaga sul calcio spagnolo”, [titola El País]. Secondo il quotidiano la Commissione europea ha avviato un’indagine su tre squadre di calcio di Valencia – il Valencia, l'Hércules e l’Elche – che hanno indicato il governo regionale controllato dal Partito popolare (centrodestra) come garante per prestiti bancari dell’ammontare complessivo di 118 milioni di euro. I club non sono riusciti a ripagare i debiti contratti con Bankia, Banco de Valencia e Cam (successivamente nazionalizzate) e dunque il governo di Valencia – una delle regioni più indebitate di Spagna – è stato costretto a sborsare il denaro.
Se la Commissione europea stabilirà che l’aiuto finanziario ha violato le leggi sulla concorrenza, i club dovranno restituire il denaro “e potrebbero essere costretti a dichiarare fallimento”, scrive El País sottolineando che i debiti complessivi delle squadre di calcio del paese ammontano a 3,6 miliardi di euro.
Per anni una varietà di forme di finanziamento pubblico ha permesso lo sviluppo di quello che Bruxelles ha definito “la bolla del calcio spagnolo”. […] Il prestigio del calcio iberico è ai suoi massimi storici, ma economicamente ci sono forti dubbi sul futuro di molti club, e questo paradosso apparente tra il grande successo dei club e la loro disastrosa situazione economica ha suscitato forti sospetti in Europa”.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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