"Come andrà (forse) a finire?". Una prima pagina per ogni possibile risultato.

Un’elezione, quattro scenari

Il 28 e 29 maggio i cechi eleggono il nuovo parlamento. Nonostante sia dato in testa dai sondaggi, il partito socialdemocratico di Jiří Paroubek potrebbe restare all'opposizione. I partiti conservatori dovrebbero infatti ottenere complessivamente la maggioranza dei seggi. 

Pubblicato il 28 Maggio 2010
"Come andrà (forse) a finire?". Una prima pagina per ogni possibile risultato.

"Il tempo del cambiamento", titola Hospodářské noviny nella prima giornata delle elezioni legislative. "La vittoria del leader socialdemocratico Jiří Paroubek è assicurata, ma quello che succederà dopo è molto difficile da prevedere", commenta il quotidiano economico di Praga, elaborando in ordine di probabilità quattro possibili scenari per il futuro e quattro corrispondenti prime pagine post elettorali. Primo scenario, "la vittoria della destra": anche se Paroubek riceve la maggioranza dei voti, i conservatori dell'Ods di Petr Nečas formano una coalizione di destra con i nuovi schieramenti politici Top09 e Vv e i cristianodemocratici, conquistando quindi la maggioranza dei seggi e attuando un programma di tagli al bilancio.

Scenario numero due, "una coalizione guidata da Paroubek" e comprendente i piccoli partiti di destra summenzionati: eventualità "poco probabile" a causa delle "profonde differenze nei programmi". Socialista quello del Čssd, neoliberale quello di Top09 e Vv. Scenario numero tre, "Paroubek e i comunisti", che dovranno affrontare le "reticenze del presidente" conservatore Václav Klaus, ostile alla loro presenza nella squadra di governo. Quest'ultima ipotesi, spiega il quotidiano, porterebbe anche all'aumento del debito. Ultimo scenario, "la grande coalizione tra Čssd e Ods": molto poco probabile, dato che i due partiti principali non sono d'accordo praticamente su nulla. Una soluzione del genere, qualora si verificasse, porterebbe necessariamente ad un governo "di grande compromesso".

Il voto infinito

Quale che sia lo scenario che diventerà realtà all'indomani dello scrutinio, continua Hospodářské noviny, il nuovo governo dovrà per forza affrontare la crisi economica e le sue conseguenze: "Tutto ciò che avviene alla Grecia in ginocchio, alla Gran Bretanga in crisi o alla Spagna travolta dalla bolla immobiliare si rifletterà sulla Repubblica Ceca, anche se il debito pubblico del paese è il quarto più basso d'Europa".

Il quotidiano sottolinea anche che "l'Europa guarda alla tornata elettorale in Repubblica Ceca con apprensione", temendo il ripetersi dello stallo politico di quattro anni fa. Il quotidiano conclude osservando che in questo mese "non passerà praticamente un giorno senza che ci siano elezioni in qualche paese dell'Unione", il tutto sullo sfondo della crisi economica. Il 9 luglio si vota nei Paesi Bassi, dove il candidato anti-islamico Geert Wilders vede le sue quotazioni in ribasso; il 12 è il turno della Slovacchia, impelagata nel conflitto nazionalista contro l'Ungheria sulla concessione del passaporto ungherese ai magiari slovacchi; il 13 giugno si voterà infine in un "Belgio dilaniato" dalla coabitazione sempre più difficile tra fiamminghi e francofoni. I nazionalisti fiamminghi dovrebbero trarre maggior vantaggio dal conflitto. (as)

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