Come vivono e cosa pensano i giovani tedeschi? È la domanda che si pone lo Spiegel questa settimana con un dossier intitolato "Noi, i figli della crisi". Un sondaggio condotto su 500 tedeschi di età compresa tra i 20 e i 35 anni li mostra pragmatici, senza sogni né ideologie e soprattutto individualisti. Per loro, "io" viene prima di "noi". Non si ribellano alla crisi, avendo introiettato ormai da troppo tempo il senso d'incertezza generale. Educati con noncuranza negli anni ottanta e novanta, hanno ben presto scoperto l'instabilità e la disoccupazione. "Generazione precaria" è l'etichetta che si adatta meglio ai giovani tedeschi di oggi? Cosa si aspettano dal futuro? Una vita dignitosa e niente più.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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