La destra senza un tetto?

Pubblicato il 18 Giugno 2009

Nonostante dalle elezioni europee non si faccia altro che parlare dell'avanzata dei partiti di destra, le trattative postelettorali in corso a Strasburgo e Bruxelles potrebbero riservare una sorpresa paradossale: lo Uen, l'Unione per l'Europa delle nazioni che riunisce le formazioni nazionaliste rappresentate all'Europarlamento, potrebbe essere cancellato dalla carta politica dell'emiciclo.

Alle elezioni del 2004 lo Uen aveva conquistato 44 seggi, risultando la quarta forza dopo popolari, socialisti e liberali. Da allora, però, il gruppo ha subito importanti defezioni: se ne sono andati l'italiana Alleanza nazionale, che con lo scioglimento nel Pdl si è trasferita nel Ppe, e l'irlandese Fianna Fáil. Ora potrebbero uscire anche i polacchi di Diritto e giustizia e i danesi del Partito del popolo, e il rischio è che non si riescano a raggiungere i 25 seggi necessari per costituire un gruppo parlamentare.

"Il gruppo verrà completamente assorbito dai conservatori, a parte quelli che i tory britannici non vorranno", è la previsione che una fonte interna ha fatto al Manifesto. Se così fosse, tra i "senza casa" ci sarebbe anche la Lega Nord, che nonostante l'ottimo risultato rischierebbe di essere costretta ad andare a bussare a qualche altra porta per evitare l'onta del gruppo misto. Il capodelegazione Borghezio si mostra tranquillo: "Abbiamo dei contatti in varie direzioni", spiega, alludendo alle trattative in corso con partiti come gli xenofobi fiamminghi del Vlaams Belang per cercare di raggiungere la soglia dei 25 seggi.

Se lo Uen piange, Ind/Dem, il gruppo euroscettico da cui la Lega Nord era stata espulsa nel 2006 per la vicenda delle vignette anti-islamiche, non ha molto da ridere. I contrasti interni tra formazioni che prediligono un approccio nazionale non sono facili da risolvere, e il gruppo potrebbe seguire la sorte di Identità tradizione e sovranità, esperimento ultraconservatore che coinvolse anche Fiamma tricolore e Forza nuova prima di sciogliersi dopo neanche un anno di vita. Sarà per questo che il Pvv olandese di Geert Wilders, autentica rivelazione di queste elezioni, ha scelto l'autarchia, rifiutando tutti i numerosi corteggiatori che il successo gli aveva guadagnato.

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