Il 16 dicembre il cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD, centro-sinistra) ha perso il voto di fiducia nel Bundestag, la Camera bassa. La sua coalizione con i Verdi è caduta (i liberali erano usciti a novembre). Questa battuta d'arresto, culmine di un calo di popolarità di Scholz che va avanti da molti mesi, era attesa, anche dall'ex Cancelliere, che aveva anticipato una sconfitta personale e sperava così di risparmiare il suo partito in vista delle legislative anticipate. Queste ultime si terranno a febbraio.
Un governo se ne va, un altro arriva: in Francia, il presidente Emmanuel Macron (Renaissance, centro-destra) ha nominato François Bayrou (MoDem, centro) come primo ministro, dopo la caduta del governo di minoranza di Michel Barnier (Les Républicains, destra) all'inizio di dicembre.
La scelta, ampiamente criticata dai parlamentari sia di destra che di sinistra, è stata giustificata dall'urgenza di alcune questioni, in particolare l'adozione della finanziaria per il 2025. È il quarto primo ministro nominato da Macron nell'arco di un anno, un record nell'ambito della Quinta Repubblica.
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >
Partecipa alla discussione
Divento membro per tradurre i commenti e partecipare