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L’Austria e l’Europa, una relazione complicata

Benché sia un piccolo paese, l’Austria se la cava bene all’interno della grande famiglia europea. L'unico problema? Gli austriaci e i loro dirigenti non la vedono così.

Pubblicato il 3 Giugno 2024 alle 19:18
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L’Austria ha un rapporto ingrato con l’Unione europea. Il paese è un ricco membro dell’Ue, ha tratto enormi vantaggi economici dall'allargamento a est dell'Unione e, in quanto paese esportatore, ha bisogno del mercato unico. Gli austriaci però sono più scettici nei confronti dell'Ue rispetto ai paesi vicini. 

Secondo un sondaggio di Eurobarometro del dicembre 2023, solo il 42 per cento degli austriaci vede l'Ue come una cosa positiva, mentre il 22 per cento la vede addirittura in maniera negativa.

Questo significa che solitamente i partiti trascurano le elezioni Ue. Anche se il 9 giugno è segnato nei calendari, il fatto che città come Innsbruck e Salisburgo abbiano eletto un nuovo sindaco questa primavera è stato più interessante per il paese. Ma, soprattutto, quasi tutti i partiti stanno arrivano alle elezioni portandosi dietro grossi problemi.

In primo luogo c'è il Partito popolare (Övp, conservatore), che nelle elezioni europee del 2019 ha ottenuto il maggior numero di voti ed è riuscito a inviare sette rappresentanti al parlamento Ue. All'epoca, però, gli elettori erano spinti alle urne non tanto dal desiderio di Europa quanto da uno scandalo molto austriaco: la pubblicazione del video di Ibiza, in cui il futuro vicecancelliere del Partito della libertà (Fpö, estrema destra) Heinz-Christian Strache parlava di vendere pezzi di Austria in cambio di elargizioni al suo partito, ha fatto saltare la coalizione del giovane e ambizioso cancelliere Sebastian Kurz a Vienna. 

Con un gesto di solidarietà, qualche giorno dopo, i cittadini hanno votato per l'ÖVP, che ha ottenuto il maggior numero di consensi. L'Övp non potrà bissare quell'altissimo risultato quest’anno: Sebastian Kurz non c'è più. E non c’è traccia, a metà maggio, di nulla che possa dargli una spinta politica. Il suo scopo ora è di limitare i danni, perché quest’autunno ci sono le elezioni politiche e il partito non vuole arrivarci zavorrato da una sconfitta elettorale. L'Övp ha chiuso peraltro con Othmar Karas, il vicepresidente del parlamento europeo – un sentimento reciproco – perché considerato troppo eurofilo rispetto al resto del partito.


Anche se il 9 giugno è segnato nei calendari, il fatto che città come Innsbruck e Salisburgo abbiano eletto un nuovo sindaco questa primavera è stato più interessante per il paese

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