“I partiti anti-establishment dilagano in Europa”, Mark Leonard nell'ultimo numero di New Statesman. Per il politologo britannico, a provocare il successo dei partiti estremisti alle ultime europee è stato il fatto che “le classi medie non sono andate a votare, consentendo al voto di protesta di prevalere”:
Due gruppi di elettori si sono recati nei seggi con proporzioni inusuali: gli abitanti delle ex zone industriali, perloppiù discendenti di immigrati, e quelli delle zone rurali, esclusi dai valori sociali progressisti dei partiti di centro sinistra e centro destra. Sono stati i loro voti a provocare un terremoto nel sistema politico.
Secondo Leonard, i partiti come lo Ukip britannico, il Fronte nazionale francese o la Lega nord riempiono un vuoto lasciato dai partiti tradizionali, e
configurano la politica come una lite tra le élite e il popolo e riscoprono i ruoli ormai dimenticati dell’opposizione e dell’espressione”. I moderati “devono sforzarsi di rivolgersi agli elettori, anche se per dei politici è difficile per definizione sedurre un umore antipolitico. Ci vorrà tempo perché i partiti insorti diventino il nuovo establishment — e distruggano la loro stessa legittimità. Un tempo di cui i partiti mainstream non dispongono.

