L'isola di Curaçao (Antille olandesi) ha approvato con un referendum il nuovo statuto di "paese autonomo all'interno del Regno dei Paesi Bassi". Secondo quanto riporta l'olandese De Volkskrant, un simile statuto è già in vigore nella parte olandese di Saint-Martin e dal 1986 nell'isola di Aruba. Il successo del referendum è un primo passo verso l'autonomia, fatto col consenso del 52 per cento della popolazione. Nel suo editoriale il quotidiano olandese definisce la scelta "un sollievo per il governo olandese". Per accedere a questo "statuto speciale", tuttavia, l'isola dovrà fare i conti con il suo debito da oltre quattro miliardi di euro, di cui secondo l'accordo i Paesi Bassi si assumeranno circa il 70 per cento. In cambio Curaçao si impegna a rendere più efficiente la sua politica finanziaria. Nessun'isola delle Antille olandesi ha ottenuto l'autonomia totale, definita "poco realistica" dal quotidiano. Il nuovo statuto non rompe i legami con i Paesi Bassi, e affida a L'Aia parte della responsabilità del benessere della popolazione: "Non si tratta di paternalismo coloniale ma di un dovere troppo a lungo trascurato, vista anche la difficile situazione in cui versano Curaçao e Saint-Martin", prosegue il giornale. "Il risanamento del debito offre all'isola la possibilità di ripartire da zero. Una buona gestione finanziaria è necessaria per combattere la povertà. Una volta che questa sarà superata, potremo dimenticare il paternalismo".
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