Danimarca, un piccolo paese per una grande sfida

In piena crisi del debito, la presidenza a rotazione dell’Unione europea passa a uno stato minuscolo che non fa parte della zona euro. Copenaghen dovrà sfruttare questo periodo per porsi come mediatrice di una comunità allo sbando.

Pubblicato il 2 Gennaio 2012 alle 15:31

Con il nuovo anno il testimone della presidenza dell’Unione europea passa alla Danimarca, un piccolo paese che col suo nuovo governo dovrà guidare la comunità attraverso una delle peggiori crisi che abbia mai conosciuto. Motivo in più per rallegrarsi di un fatto pressoché incredibile: dopo secoli di guerre e conflitti, l’Europa oggi ha trovato il modo di collaborare, consentendo alla Danimarca di presiederla ancora una volta. Ciò dimostra fino a che punto l’Europa sia diventata amante della pace, disposta al dialogo, generosa, a poco più di mezzo secolo dall’ultima devastante guerra civile che ha coinvolto quest’area del pianeta. Viviamo oggi in una nuova Europa, ed è proprio quest’Europa che la Danimarca nei prossimi sei mesi ha l’occasione di ispirare e difendere.

La presidenza danese deve dimostrare che i Ventisette possono e devono sempre accordarsi su una molteplicità di tematiche politiche a dispetto dell’enorme crisi che li ha investiti. Ma dovremo altresì impegnarci a fondo affinché il nucleo della cooperazione europea non si riduca a soluzioni pratiche di breve periodo. Negli ultimi mesi è diventato palese che i 17 membri della zona euro hanno iniziato a risolvere la crisi cruciale del debito sovrano e della valuta comune in un contesto che, in modo alquanto allarmante, si colloca alla periferia del cuore pulsante della cooperazione europea.

C’è un altro grave rischio di disgregazione, esacerbato dal rifiuto opposto dalla Gran Bretagna ad aderire al patto di stabilità di bilancio. Ormai l’Ue è divisa in tre: 17 paesi appartengono alla zona euro, nove (tra cui la Danimarca) vogliono aderire al patto, mentre la Gran Bretagna si colloca in posizione di conflitto con gli altri paesi.

Il criterio determinante a cui dovrà ispirarsi Copenaghen per avere successo è garantire che l’Ue non sprofondi ancor più nell’abisso, ma al contrario che proseguano le trattative sui grandi problemi centrali dell’Unione. Essendo la settima volta che ricopre tale incarico, la Danimarca ha sicuramente l’esperienza necessaria a presiedere l’Europa. La nostra mancata adesione all’euro può aiutarci a fare da mediatori.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

La sfida che l’Unione europea dovrà affrontare è più complessa di quella economica legata alla moneta unica: riguarda la pace, la libertà e i valori europei. Nei prossimi mesi la Danimarca avrà un’opportunità unica di parlarne: cerchiamo di coglierla e sfruttarla proficuamente.

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento