Con il nuovo anno il testimone della presidenza dell’Unione europea passa alla Danimarca, un piccolo paese che col suo nuovo governo dovrà guidare la comunità attraverso una delle peggiori crisi che abbia mai conosciuto. Motivo in più per rallegrarsi di un fatto pressoché incredibile: dopo secoli di guerre e conflitti, l’Europa oggi ha trovato il modo di collaborare, consentendo alla Danimarca di presiederla ancora una volta. Ciò dimostra fino a che punto l’Europa sia diventata amante della pace, disposta al dialogo, generosa, a poco più di mezzo secolo dall’ultima devastante guerra civile che ha coinvolto quest’area del pianeta. Viviamo oggi in una nuova Europa, ed è proprio quest’Europa che la Danimarca nei prossimi sei mesi ha l’occasione di ispirare e difendere.
La presidenza danese deve dimostrare che i Ventisette possono e devono sempre accordarsi su una molteplicità di tematiche politiche a dispetto dell’enorme crisi che li ha investiti. Ma dovremo altresì impegnarci a fondo affinché il nucleo della cooperazione europea non si riduca a soluzioni pratiche di breve periodo. Negli ultimi mesi è diventato palese che i 17 membri della zona euro hanno iniziato a risolvere la crisi cruciale del debito sovrano e della valuta comune in un contesto che, in modo alquanto allarmante, si colloca alla periferia del cuore pulsante della cooperazione europea.
C’è un altro grave rischio di disgregazione, esacerbato dal rifiuto opposto dalla Gran Bretagna ad aderire al patto di stabilità di bilancio. Ormai l’Ue è divisa in tre: 17 paesi appartengono alla zona euro, nove (tra cui la Danimarca) vogliono aderire al patto, mentre la Gran Bretagna si colloca in posizione di conflitto con gli altri paesi.
Il criterio determinante a cui dovrà ispirarsi Copenaghen per avere successo è garantire che l’Ue non sprofondi ancor più nell’abisso, ma al contrario che proseguano le trattative sui grandi problemi centrali dell’Unione. Essendo la settima volta che ricopre tale incarico, la Danimarca ha sicuramente l’esperienza necessaria a presiedere l’Europa. La nostra mancata adesione all’euro può aiutarci a fare da mediatori.
La sfida che l’Unione europea dovrà affrontare è più complessa di quella economica legata alla moneta unica: riguarda la pace, la libertà e i valori europei. Nei prossimi mesi la Danimarca avrà un’opportunità unica di parlarne: cerchiamo di coglierla e sfruttarla proficuamente.