Le elezioni del 26 maggio saranno un test nazionale per la Polonia, metteranno alla prova i miti, il camuffamento, la retorica e gli standard di razionalità. Ma saranno anche un’occasione per capire quanto è potente oggi la chiesa, che in Polonia rappresenta uno dei principali attori politici. Le elezioni europee ci diranno se la leggendaria influenza della chiesa sull’elettorato è stata compromessa dagli scandali di pedofilia o se, al contrario, i fedeli seguiranno i suggerimenti dei preti locali come soldati in una fortezza assediata.
Inoltre il voto chiarirà se davvero la strategia del partito Diritto e giustizia (PiS), che ha deciso di presentarsi come un agnello inoffensivo, si rivelerà vincente. Personalmente sono sicura che il lupo, una volta annunciati i risultati, getterà la maschera, nasconderà le bandiere dell’Unione e farà di tutto per trascinare la Polonia fuori dall’Europa unita o quantomeno per marginalizzare il paese all’interno dell’Unione non portando alcun rispetto per i suoi valori. Per il momento la cosiddetta tattica del “nascondere Macierewicz” (il numero due del PiS, con posizioni di estrema destra) ha funzionato, permettendo allo stesso Macierewicz di proporre le sue idee distruttive per il dopo elezioni.
Il voto rappresenterà un banco di prova anche per l’efficacia della retorica della Coalizione europea (alleanza dei partiti filoeuropei che comprende Piattaforma civica). Durante la campagna elettorale il leader di Piattaforma civica, Grzegorz Schetyna, nonostante diverse decisioni sbagliate nella composizione delle liste, ha utilizzato un linguaggio moderno e progressista, anche se durante gli anni trascorsi al potere il partito è apparto conservatore e vicino alla chiesa quando il PiS.
Chiedersi quale partito presenta qualche differenza rispetto a quelli che erano al potere nel 1989 non è di grande consolazione. Il partito Primavera sarà messo alla prova per la prima volta, e merita grandi elogi per la sua freschezza, la sua laicità, il suo femminismo e le sue posizioni progressiste. Ma ci sono anche piccole critiche da muovergli: centralismo ed eccessiva notorietà (del leader) oltre alla mancanza di divulgazione pubblica. […] Continua a leggere l'articolo su Internazionale.it.