Regueb (Tunisia), 9 gennaio 2010. Un manifestante ferito negli scontri con la polizia.

È anche colpa nostra

Sostenendo regimi corrotti e dittatoriali in cambio della lotta all’immigrazione e all’islamismo, l’Europa ha contribuito a creare le condizioni per i disordini che agitano il maghreb. È il momento di cambiare atteggiamento, scrive Le Soir.

Pubblicato il 10 Gennaio 2011 alle 12:45
Regueb (Tunisia), 9 gennaio 2010. Un manifestante ferito negli scontri con la polizia.

La Tunisia è in agitazione. L’Algeria esplode. L’Egitto è sconvolto. Il Marocco e la Libia osservano i loro vicini con angoscia: l’Africa settentrionale in questi ultimi giorni è scossa da disordini sociali inquietanti, ma assolutamente prevedibili. Chi poteva credere che continuare a soffocare le libertà (Tunisia) o imporre pesanti rincari (Algeria) in una situazione già gravata dalla disoccupazione e dalla corruzione sistematica (Tunisia e Algeria) non avrebbe scatenato una violenta reazione popolare?

Questi regimi dispotici e sprezzanti non potevano ignorare che a lungo andare l’ingiustizia e la sistematica violazione dei diritti dell’uomo avrebbero alimentato profondi rancori. Certo, nessun governo è ancora caduto e nessuno è ancora veramente a rischio, dato che il ricorso alla forza bruta è appannaggio esclusivo dello stato. Tanto più che in Tunisia come in Algeria i movimenti e le proteste restano disorganizzati, e consistono soprattutto in manifestazioni istintive e spontanee d’indignazione collettiva.

Mentre gli avvenimenti precipitano, sulle spalle degli europei gravano pesanti responsabilità. Fin dagli anni novanta Bruxelles ha basato sul “do ut des” i suoi rapporti con i regimi africani: “Noi siamo al vostro fianco malgrado le vostre bassezze e vi aiuteremo finanziariamente, a patto che facciate tutto ciò che è in vostro potere fare per ostacolare l’immigrazione clandestina e soffocare l’islamismo radicale”.

Questo messaggio è stato recepito perfettamente, ma si traduce in una politica assai miope. L’11 settembre è stato una benedizione per i regimi arabi, che compresero subito che sfruttando il terrorismo avrebbero vanificato ogni reticenza europea ad appoggiare regimi così poco democratici. Gli attentati di Madrid nel 2004 e di Londra nel 2005 hanno poi persuaso anche gli ultimi scettici.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

I governi di Parigi, Roma e Madrid sono i maggiori responsabili del cinismo europeo, che finisce per alimentare lo stesso estremismo che dovrebbe combattere. I regimi arabi resistono solo grazie al sostegno europeo. È ora che gli europei appoggino invece quegli uomini e quelle donne che possano incarnare un potere che agisca non contro bensì al servizio dei cittadini. In Africa settentrionale esistono anche persone del genere. (traduzione di Anna Bissanti)

© Le Soir. Tutti i diritti riservati. info@copiepresse.be

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento