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“L’Usl rivendica la formazione del governo. La Romania eviterà una nuova crisi?”, si domanda România Liberă all’indomani delle legislative del 9 dicembre. L’Unione social-liberale (centrosinistra) del primo ministro Victor Ponta è arrivata prima con circa il 60 per cento dei voti. L’Alleanza Romania Giusta (Ard) del presidente Traian Băsescu si è fermata al 17 per cento, mentre il Partito del Popolo (Ppdd) di Dan Diaconescu ha raggiunto a sorpresa il 14 per cento. Cinque mesi dopo aver superato un tentativo di destituzione, Traian Băsescu subisce una pesante sconfitta. Tuttavia secondo il quotidiano il presidente

può essere il grande sconfitto ma anche il grande vincitore delle elezioni. […] Se Victor Ponta continuerà a essere il candidato dell’USL alla carica di primo ministro e il presidente non ratificherà la sua nomina, quest’ultimo rischia di essere nuovamente sospeso. L’unica opzione di Băsescu per continuare a giocare un ruolo positivo nella società è quella di restare nei limiti costituzionali, come ha già promesso di fare. Se invece sarà sospeso mentre lotta per difendere i risultati ottenuti dalla Romania negli ultimi anni allora la sua uscita di scena sarà trionfale, e la sua sconfitta solo temporanea. […] Perché non è importante che le persone decise a far uscire la Romania dall’Europa e dal partenariato con gli Stati Uniti sentano di aver vinto oggi. Finiranno comunque per perdere.

Jurnalul Național esulta invece per la “sconfitta schiacciante degli arancioni”, il Partito democratico-liberale di Băsescu, che fa parte dell’Ard. Secondo il quotidiano

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l’osservazione secondo cui il voto è stato una sorta di secondo turno del referendum di quest’estate [sulla destituzione del presidente] è corretta. Molte persone sentivano di non aver ancora regolato i conti con Băsescu […] Ora [il presidente] ha l’ultima possibilità per tentare il colpo grosso. Se si genufletterà, sarà soltanto storia passata.

La nuova Assemblea nazionale, comunque, “non sarà migliore della precedente”, sottolinea Gândul. “Ci sarà qualche presenza esotica”, come Diaconescu o il populista Gigi Becali, “ma nessun aumento della competenza”. Il sito sottolinea però che

la situazione e i campi sono ben delimitati: l’USL contro gli altri. […] Tuttavia i leader dell’Unione dovranno capire che nella repubblica Usl porteranno il fardello delle attese dell’elettorato, e che in assenza di provvedimenti rapidi da parte del nuovo governo la loro euforia potrebbe avere vita breve.

Nell’attesa, nota România Liberă, l’aspetto più inatteso di questo voto segnato da un’astensione al 60 per cento è l’avanzata del partito di Dan Diaconescu, il magnate dei media recentemente entrato in politica. L’emergere di questa nuova forza, considerata populista, può essere visto

come una nuova farsa di cattivo gusto messa in scena da Diaconescu. Questo approccio ha dimostrato di essere utile quando si tratta di mobilitare i romeni più delusi e arrabbiati.

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