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Le elezioni in Romania, epicentro dell’influenza russa nell’Europa sudorientale

Le prossime elezioni presidenziali romene e il peso di Călin Georgescu, l’influenza russa in Croazia e Bulgaria e le proteste in Grecia e Ungheria.

Pubblicato il 15 Aprile 2025

Le controverse elezioni in Romania, annullate a dicembre, si terranno il prossimo 4 maggio, con ballottaggio il 18. Călin Georgescu, l'ex candidato di estrema destra che ha vinto il primo turno delle elezioni (poi annullate), osserva la gara dagli spalti perché è indagato per reati che includono azioni contro l'ordine costituzionale. Resta pero’ influente.

In una recente intervista con il commentatore politico “trumpista” Tucker Carlson, Georgescu ha colto l'occasione per paragonarsi al presidente americano. Non è una novità: lo ha fatto durante tutta la sua campagna presidenziale. “Quello che mi è successo è solo un copia-incolla di quello che è successo a Trump, ma con piccole differenze. Sono stato accusato di interferenza elettorale, influenza russa, come è successo a Trump in passato”, ha detto Georgescu nell'intervista, racconta Daniel Toșa su Newsweek Romania.

Georgescu ha respinto qualsiasi legame con la Russia, nonostante il sostegno di alti funzionari del paese, tra cui il presidente Vladimir Putin, il capo dei servizi segreti russi Sergei Naryshkin e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. “Voglio dire che non ci sono prove e, naturalmente, parlando di queste influenze straniere, vorrei dire che il sistema in Romania era coordinato e controllato”, ha detto Georgescu, citato da Newsweek, che ha anche menzionato un rapporto ufficiale di TikTok che conferma una rete di oltre 27.000 account che promuovono Georgescu.

Le parole di Georgescu per Donald Trump, il sostegno che ha ricevuto dagli ammiratori di del presidente Usa, la visita di Donald Trump Jr. in Romania le molte voci favorevoli al Cremlino sono tutti segni di interferenza americana e russa.

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In un'intervista con Tucker Carlson, l'inviato speciale del presidente Trump per la risoluzione del conflitto militare russo in Ucraina, Steve Witkoff, ha elogiato Vladimir Putin, dicendo che gli “piace”. “Non credo che Putin sia una persona cattiva”, ha detto secondo quanto riportato dalla piattaforma di notizie bulgara Mediapool, aggiungendo che “è super intelligente”.

Per ora, i sondaggi aggregati da Hotnews.ro mostrano che il favorito per vincere le elezioni è George Simion, leader dell'estrema destra Alleanza per l'Unione dei romeni (AUR), con circa il 35 per cento dei voti. È seguito dall'indipendente di sinistra Victor Ponta (23), dall'indipendente liberale e sindaco di Bucarest Nicușor Dan (16) e dal candidato della coalizione liberale-socialdemocratica al governo, Crin Antonescu (15 per cento). 

Nicușor Dan ha recentemente guadagnato popolarità in Moldavia dopo che il quotidiano  stato Ziarul de Gardă, lo ha intervistato: si sarebbe detto pronto a “richiedere l'intervento della Nato se la Russia attaccasse la Moldavia” e che avrebbe dato priorità all'adesione della Moldavia all'Ue. Resta da vedere come voteranno i rumeni, poiché Simion incarna il “martire” Georgescu, escluso proprio dalle istituzioni e dal regime che hanno alimentato la frustrazione dei rumeni nel corso degli anni, come spiega il politologo Dani Sandu su PressOne.

Bulgaria e Croazia

In Bulgaria è in corso un conflitto politico, come riporta Mediapool, secondo cui alcuni politici vorrebbero che l'ex primo ministro e leader del partito GERB Boiko Borisov (centro-destra) si candidi alla presidenza nel 2027, cambiando potenzialmente le dinamiche politiche del paese. La stessa pubblicazione bulgara ha riportato le controverse dichiarazioni del presidente socialista Rumen Radev, secondo cui “la guerra in Ucraina sta trascinando l'Europa verso il baratro”, riflettendo la complicata posizione della Bulgaria tra la solidarietà dell'Ue” e i legami storici con la Russia.

Anche il presidente della Croazia è apparso legato alla Russia nell'ultimo mese. Zoran Milanović è stato etichettato come “un giocatore russo” da Vlado Vurušić del quotidiano croato Jutarnji List dopo che il presidente si è opposto agli aiuti all'Ucraina durante una visita in Montenegro.

Aggiornamenti sulle proteste nella regione

Il 15 marzo decine di migliaia di ungheresi si sono radunati contro il primo ministro Viktor Orbán secondo quanto riportato da Mediapool che intende vietare il Pride. Cristian González Cabrera, di Human Rights Watch, ha esortato la Commissione europea ad agire per proteggere il diritto alla libertà di espressione.

Continuano le proteste in Grecia per il disastro ferroviario di Tempi, con il quotidiano Efimerida ton Syntakton che racconta come gli studenti siano scesi in strada dopo una parata militare. 

Mentre le proteste dei cittadini si oppongono alle tendenze autoritarie, l'Europa sudorientale rimane intrappolata tra l'integrazione europea e gli impulsi nazionalisti, mentre la Russia e altri attori esterni cercano di esercitare la propria influenza.

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ECF, Display Europe, European Union

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