L’estate sta volgendo al termine e l'Europa continua a bruciare. Il 2025 segna la peggiore stagione di incendi nella storia dell'Unione europea, con oltre un milione di ettari andati in fumo dall'inizio dell'anno. La maggior parte dei danni è stata causata nel mese di agosto, in particolare in Spagna e Portogallo, due paesi duramente colpiti dalle ondate di calore e dalla siccità. Ad oggi, le due nazioni sono ancora alle prese con incendi di vaste proporzioni che faticano a controllare.
Il resto del continente non è da meno, con incendi che hanno devastato ampie porzioni di territorio in Italia, Grecia, Francia e Romania. Si contano già diverse vittime e numerose persone ferite e sfollate, mentre una notevole quantità di anidride carbonica è stata rilasciata nell'atmosfera, alimentando così il circolo vizioso che lega le emissioni di CO2, l'aumento della temperatura terrestre, la vulnerabilità delle foreste e gli incendi disastrosi.
Questa estate rovente conferma il rapido processo di cambiamento climatico in atto: mentre la stagione degli incendi è solitamente concentrata in alcuni mesi estivi, essa è destinata ad allungarsi con il riscaldamento del clima.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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