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Le fake news dell’estrema destra contro i migranti: il caso della statua di Leonida in Grecia

Dei “rifugiati musulmani” hanno cercato di abbattere una statua del famoso eroe spartano perché la sua nudità “offendeva le loro donne”? Solomon ha esaminato una notizia inventata che è stata ampiamente diffusa dai media legati al leader del partito di estrema destra Soluzione greca, Kyriakos Velopoulos.

Pubblicato il 4 Novembre 2025

“I CLANDESTINI VOGLIONO BUTTARE GIÙ LEONIDA DALLE TERMOPILI!!!! ECCO PERCHÉ!”. Con questo titolo, VoiceNews.gr, un “sito d’informazione greco che propone notizie e fatti reali”, ha riportato che dei richiedenti asilo del Centro di accoglienza temporanea della località greca della  Termopili avrebbero chiesto la rimozione della statua dell’eroe greco Leonida perché la sua nudità offenderebbe le loro donne. 

Nei giorni seguenti, l’articolo è stato diffuso da vari giornali online e profili social, spesso corredato da una retorica violentemente xenofoba che dipinge i richiedenti asilo come una minaccia per la storia e l’identità culturale greca.

Solomon, partner di Voxeurop, ha provato a dare risposta a numerosi interrogativi legati alla controversia. Esaminando episodi analoghi del passato, ci siamo resi conto di come la diffusione di notizie infondate sui migranti non sia affatto una novità.

Cosa dice l’articolo

L’articolo originale era stato pubblicato sul sito VoiceNews.gr il 28 settembre 2025 e non descrive nessun evento fattuale, né specifica la fonte delle notizie. L’autore, anonimo, si limita a far riferimento a “un’ondata di immigrazione clandestina fuori controllo che affligge la Grecia come una piaga” e a “politiche irresponsabili di apertura delle frontiere, che costituiscono una sfida per l’identità nazionale greca.

Il testo conclude: “La Grecia deve proteggere la sua identità. Le autorità devono respingere immediatamente richieste di questo tipo e prendere provvedimenti per ristabilire l’ordine. Leonida non se ne andrà dalle Termopili! È tempo affermare 'Molon Labe’ [letteralmente “vieni a prendertelo”, un’espressione di sfida attribuita a Leonida], a tutti coloro che minacciano la nostra storia e dignità!”. 

Un video collegato all’articolo, con il logo di VoiceNews.gr in sovraimpressione, è stato inoltre pubblicato il 28 settembre scorso.

Il video inizia con delle riprese del centro di accoglienza, attivo da febbraio 2016 nei locali di un vecchio hotel chiuso alla fine degli anni Duemila. La sequenza, ripresa da dentro una macchina, mostra lenzuola e vestiti appesi ai balconi dell’hotel, oltre ad alcuni container nel piazzale. Segue un’inquadratura del monumento delle Termopili. Un recinto protettivo sembra essere stato eretto per lavori di costruzione. Davanti alla statua si possono vedere un po’ di persone, probabilmente turisti.

Le immagini non mostrano alcuna prova di un’eventuale protesta. Basterebbe questo a rendere il titolo fuorviante.

Il sindaco delle Termopili nega le allegazioni

Solomon si è messo in contatto con il sindaco delle Termopili, Dimitris Floros, chiedendogli se era al corrente di  una opposizione alla statua da parte dei richiedenti asilo del centro.

“Personalmente, non mi è arrivata notizia che si sia parlato di qualcosa del genere all’interno della comunità, né abbiamo ricevuto alcuna lamentela sulla questione”, ha risposto. “Ho la responsabilità di qualsiasi questione sorga in quest’area. Se fosse accaduto qualcosa del genere, sarei venuto a saperlo”, ha aggiunto.

Il fatto che Floros abbia smentito è particolarmente significativo dato che l’estate scorsa aveva espresso forti dubbi sull’impatto che la presenza del centro di accoglienza potesse avere sulla comunità e sul turismo dell’area. 

Considerando il suo ruolo di sindaco e le risposte degli abitanti, sembra improbabile che un evento come quello riportato da VoiceNews.gr sarebbe stato tenuto nascostose si fosse veramente verificato.

Soluzione greca e l’estrema destra

Quasi subito dopo la pubblicazione della notizia, i siti internet delle stazioni radio Focus FM a Salonicco e Machi FM ad Atene hanno raccolto il testimone. Il giorno dopo, è stata la volta di Meaculpa.gr.

VoiceNews & Co.

Lo scorso maggio, Solomon ha rivelato come questi media, come il sito di notizie VoiceNews.gr, appartengano a una rete più ampia legata al leader del partito populista di destra Soluzione greca, Kyriakos Velopoulos.

L’indagine di Solomon ha rivelato i seguenti fatti degni di nota:

Il proprietario di VoiceNews.gr, Theodoros Papoulidis, si era candidato alle elezioni europee del 2024 con il partito Soluzione greca.

Da gennaio 2025, l’unico azionista e manager di Focus FM è Grigoris Seretis, figlio di Dimitra Kritikou, vicepresidente di Soluzione greca.

Da circa un anno, Machi 99.8 FM è di proprietà di Nikoleta Sereti, figlia di Kritikou e candidata di Soluzione greca per l’Acaia alle elezioni nazionali del 2019.

La stazione radio è gestita dall’ottantacinquenne Domna Papoulidou, madre di Theodoros Papoulidis.

Alert TV, un canale con sede ad Atene, trasmette regolarmente programmi che ospitano Kyriakos Velopoulos, già personaggio televisivo prima di diventare leader di Soluzione greca. Al centro della programmazione di Alert TV c’è il notiziario “Anatreptiko”, che trasmette spesso contenuti di VoiceNews.gr. Anatreptiko è anche una piattaforma per Grigoris Seretis e Nikos Petrouakis, giornalisti di Focus FM. Petrouakis si era candidato al Parlamento europeo con la Soluzione Greca nel 2024. Anche Konstantinos Bogdanos [un politico di destra] e Stefanos Chios, [un giornalista provocatorio con diverse condanne per diffamazione, e curatore del giornale Makeleio] sono apparsi sui prorammi dell’emittente in passato.

angry reactions from users

Questi ultimi due nomi sono relazionati all'episodio del monumento alle Termopili, dato che la vicenda è stata pubblicata sia da Makeleio (il 28 settembre) sia da Meaculpa.gr (il 29 settembre). Il secondo sito è stato fondato nel 2017 da Konstantinos Bogdanos e poi trasferito alla moglie nel 2019 dopo che è stato eletto deputato nelle file del partito Nuova Democrazia.

Fake news xenofoba

Le notizie false che prendono di mira rifugiati e migranti non sono un fenomeno nuovo.

Nel marzo 2016, il giornale Neapolis di Kavala (nord della Grecia) sosteneva che “rifugiati fanatici musulmani” avrebbero lacerato un’icona della Vergine Maria nella palestra in cui erano alloggiati. Avrebbero inoltre chiesto che le campane della chiesa di Agios Nikolaos smettessero di suonare, e avrebbero calpestato le offerte donategli dalla chiesa durante la quaresima.

La storia è stata poi riproposta da altri siti di informazione e blog (qui, qui e qui).

Alla fine, la smentita è arrivata proprio dalla diocesi di Eleftheroupoli, che ha dichiarato “categoricamente che la notizia in questione è completamente infondata”, e ha aggiunto che “il rispetto dei rifugiati verso i sacerdoti che li assistono è evidente”. 

News websites and blogs

La diocesi ha chiesto che i suoi commenti fossero pubblicati nel giornale che aveva diffuso la notizia falsa.

Un altro caso di questo tipo risale all’ottobre 2018 e si tratta di un post del profilo facebook di Press News. La pagina aveva pubblicato un video di un giovane uomo che dava fuoco a delle icone cristiane, con la didascalia: “Queste persone con così tanto disprezzo saranno integrate nella nostra società?” Gli amministratori della pagina hanno poi commentato il post: “Queste icone non si trovano in Grecia, ma la domanda resta lecita... Queste persone, che odiano così tanto la cristianità, si integreranno in un paese come la Grecia?”

In realtà, sembra che il video ritragga cattolici messicani, alcuni dei quali considerano le immagini religiose simboli di idolatria e le bruciano per esorcizzare il male.

Diversi utenti non hanno tardato a rendersene conto e a far notare il fatto, piuttosto ovvio, che le persone del video parlavano spagnolo. Ma decine di altri hanno creduto alla “notizia”, rilasciando commenti razzisti e xenofobi sugli immigranti in Grecia. La storia sulle Termopili è stata praticamente la stessa.

“Le notizie false prendono spesso di mira i simboli religiosi e storici”

Secondo Lefteris Papagiannakis, direttore del Consiglio greco per i rifugiati, le notizie false sui rifugiati non sono solo dirette contro i rifugiati stessi, ma servono anche da strumento per fomentare reazioni forti e creare dividere la società.

Una crisi dei rifugiati, sottolinea, è una “questione complessa” ed è quindi adatta ad essere sfruttata da “chi vuole creare problemi”. Le storie false tendono a riguardare simboli e sensibilità profondamente radicati nella cultura. “Le notizie false prendono spesso di mira i simboli religiosi e storici al centro dell’identità greca”. Uno di questi è Leonida.

👉 La versione originale dell’articolo su Solomon
🤝 Quest’articolo è stato realizzato con la collaborazione del Fondo europeo per i media e l'informazione (EMIF). Non riflette necessariamente la visione dell’EMIF e dei suoi partner/collaboratori, la Fondazione Calouste Gulbenkian e l’Istituto universitario europeo.

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