Mentre il ritmo delle politiche di risanamento del bilancio subisce critiche “anche dai templi della disciplina economica” (e in modo particolare dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso), Libération si domanda se non siamo davanti a “un cambiamento di rotta a livello europeo”.
Il quotidiano di sinistra ricorda che l’ultimo paese a rimettere in discussione la politica di rigore è stata l’Olanda. Alle prese con il rischio di recessione, “l’allievo modello” ha rinunciato al suo piano di tagli per 4 miliardi di euro. In Europa “già sei paesi hanno ottenuto da Bruxelles una proroga per raggiungere l’equilibrio budgetario (o lo faranno prossimamente)”.
Tuttavia, nota il quotidiano, “il chiavistello per attuare un cambiamento nella politica europea non si trova a Bruxelles, ma a Berlino”.
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