Analisi Estrema destra

Elezioni in Germania: il cordone sanitario contro l’estrema destra vacilla, ma le proteste reggono

La brevissima campagna elettorale per le politiche anticipate è dominata da un argomento: l’immigrazione. Per la prima volta i Cristiano-democratici si sono appoggiati in parlamento all’estrema destra dell’AfD su questo tema. Ma la società civile sembra ancora in grado di reagire a quel che percepisce come una minaccia esistenziale per la democrazia.

Pubblicato il 18 Febbraio 2025

A inizio gennaio, al congresso dell‘Alternative für Deutschland (AfD, estrema destra) a Riesa, in Sassonia, Alice Weidel ha annunciato tra gli applausi: “Se remigrazione dobbiamo chiamarla, allora re-mi-grazione la chiameremo”. Con Weidel, per la prima volta dalla  fondazione del partito nel 2013, l’AfD presenta una persona candidata alla cancelleria: è un passo in linea con i sondaggi, secondo i quali l’AfD potrebbe ottenere il 20,8 per cento dei voti. “Alice für Deutschland” – Alice per la Germania – la acclamano i suoi sostenitori: uno slogan che ricorda quello delle SA naziste, “Alles für Deutschland”, tutto per la Germania.

Sospetto incitamento all’odio

Finora una retorica così sfacciata era stata appannaggio dei più radicali, come l’estremista Björn Höcke, capogruppo dell’AfD al parlamento della Turingia, che Alice Weidel ha lungamente cercato di estromettere dal partito.

E invece la spirale della radicalizzazione cresce sempre di più: proprio in Germania sembrano susseguirsi in rapidissima sequenza eventi prima inimmaginabili, e in parte anche anticostituzionali. Durante la campagna elettorale, per esempio, l‘AfD ha fatto recapitare per posta dei fac-simile di biglietti aerei di sola andata: “Passeggero: immigrato clandestino. Partenza: Germania. Arrivo: paese di provenienza sicuro. Gate: AfD“. Anche negli anni Trenta i sostenitori di Hitler avevano distribuito alla popolazione ebraica biglietti ferroviari per Gerusalemme. La polizia sta indagando per sospetto incitamento all’odio.

Nella sua deriva sempre più oltranzista l’AfD gode di un sostegno di peso: Elon Musk, il braccio (estremamente) destro di Trump, che con Alice Weidel ha fatto una chiacchierata perlomeno benevola su X e ha trasmesso i suoi discorsi in streaming. Il 26 gennaio, al lancio della campagna elettorale di AfD a Halle, Musk, collegato in videochiamata, si è rammaricato del fatto che la Germania si concentra troppo sulle colpe del passato. “Siate fieri di essere tedeschi”, ha detto alla vigilia del giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto, 80 anni dopo la liberazione di Auschwitz.

“Con i loro algoritmi che premiano l’odio e l’incitamento all’odio, i social network – e in particolare X e TikTok – hanno spostato l’asticella di quello che è ammissibile dire in Germania. Gli hater della destra nazionalista si ritrovano e si sentono più forti nel branco virtuale. E l’AfD fin dall’inizio ha identificato questo potenziale”, spiega Anette Dowideit, vicedirettrice della redazione indipendente Correctiv che un anno fa ha denunciato l’incontro segreto di Potsdam.

A Potsdam, vicino Berlino, diversi esponenti dell’estrema destra, tra cui dei membri di AfD, avevano discusso del loro progetto di re-migrazione, termine di cui molte persone in Germania non hanno ancora colto la portata, sottovalutando il partito. “Dopo la nostra inchiesta su Potsdam, l’AfD si è sforzata di rendere la parola etno-nazionalista völkisch abbastanza presentabile da essere inserita nel programma del partito. La tattica è quella di nascondere il vero significato del termine e alcuni media evidentemente accettano questa strategia di dissimulazione”, afferma Dowideit. Perciò Correctiv ha dedicato un esaustivo e completo articolo a spiegare proprio questa tattica, inquadrando storicamente e decodificando i termini usati dalla “nuova destra”. Ne pubblichiamo degli estratti su Voxeurop.

Se ne evince che “il termine remigrazione, che di primo acchito sembra innocuo” si riferisce in realtà “all’espulsione di milioni di persone” dalla Germania, tra cui anche 5-6 milioni di “cittadini non assimilati”, ossia cittadini tedeschi di origine extraeuropea i quali, secondo l’estrema destra, non si sarebbero sufficientemente conformati alla cultura del popolo tedesco. E questo, spiega Correctiv, è in linea con l‘ideologia völkisch – ossia “proveniente dal popolo” – secondo la quale tutto ciò che è straniero rispetto a una comunità omogenea va annientato o espulso, un’ovvia analogia con i peggiori ricordi del periodo nazista. 

Terremoto in parlamento

Quello che appare più sconvolgente è che il candidato cancelliere della Cdu-Csu Friedrich Merz sembra pronto a far saltare il “muro tagliafuoco” come si chiama in Germania l’ostilità a qualsiasi alleanza con l’estrema destra, per fare causa comune con l’AfD allo scopo di inasprire la politica migratoria tedesca. Prima delle elezioni avrebbe voluto far approvare al parlamento una nuova legge sul diritto d'asilo e a tal fine il 29 gennaio ha presentato due mozioni in cui si chiedeva anche il respingimento – incostituzionale e contrario alle leggi europee – delle richiedenti e dei richiedenti asilo alle frontiere tedesche. Le mozioni sono state accolte anche grazie ai voti dell’AfD. Merz ha così rotto un tabù, dopo aver affermato che non avrebbe mai fatto un passo del genere. 

Merz ha però perso la successiva votazione sul disegno di legge, perché molti membri del Partito liberale e 12 deputati del suo stesso partito si sono astenuti. Socialdemocratici e Verdi hanno votato contro all’unanimità, ma adesso devono decidere se dopo le elezioni saranno ancora disposti a coalizzarsi con la Cdu di Merz, che è in testa nei sondaggi. Il risultato: caos in parlamento e giubilo tra le file dell’AfD, perché, dopo quello austriaco, adesso anche il cordone sanitario tedesco, prima inviolabile, sembra sul punto di cedere. In copertina, il settimanale Der Spiegel sintetizza in una sola parola il sentimento che provano molti in Germania: “SCHMerz”, un gioco di parole tra il cognome Merz e la parola “Schmerz”, dolore. Va detto che negli ultimi giorni, e in particolare dopo l’intervento del vicepresidente statunitense J.D. Vance a favore dell’AfD al Forum per la sicurezza di Monaco di Baviera, Merz ha ribadito che non formerà una coalizione di governo con il partito di Alice Weidel.

Dopo lo shock scatenato l’anno scorso dallo scandalo di Potsdam, che ha portato un milione di persone nelle piazze di tutto il paese, centinaia di migliaia di persone stanno manifestando in questi giorni contro la svolta a destra e il movimento non è attivo soltanto nelle piazze: “Molte delle persone che sono scese in piazza a gennaio dell’anno scorso e lo hanno rifatto adesso partecipano anche ai movimenti democratici delle loro città e delle loro comunità” spiega Anette Dowideit di Correctiv.

Fare rete, creare sinergie, dettare l’agenda

Lo conferma Lorenz Blumenthaler, autore e responsabile delle pubbliche relazioni della fondazione Amadeu Antonio, che opera a livello nazionale contro l’estrema destra, il razzismo e l‘antisemitismo: “C’è un impegno più diffuso e meglio strutturato. Io sono attivo da dieci anni e ho visto i vari movimenti di protesta costruirsi gli uni a partire dagli altri, imparare gli uni dagli altri. Le manifestazioni di massa contro l’AfD dell’anno scorso sono state possibili soltanto grazie ai forti legami con Fridays for Future. A scendere in piazza contro l’estrema destra, sono quegli stessi ragazzi che sanno che con l’AfD non ci saranno politiche a tutela del clima”.

La fondazione agisce contro l’estrema destra a diversi livelli: dai workshop sul contrasto ai suoi slogan al sostegno economico a organizzazioni a tutela della democrazia, ad esempio nelle aree rurali della Germania orientale dove l’estrema destra è già al potere, passando per il lobbismo politico nello spazio digitale. “Smentire le bugie su X è una perdita di tempo. Quel che conta è creare narrazioni alle quali Cdu e AfD non possano contrapporre nulla. Non serve a niente limitarsi a essere contro, così si commette lo stesso errore di quei partiti che inseguono l’AfD invece di portare avanti idee proprie”, spiega Lorenz Blumenthaler. 

“È il momento di essere coraggiosi”

In quest’ottica Blumenthaler e il suo ufficio stampa richiamano l’attenzione sulla richiesta di messa al bando dell'AfD, con cui 105 deputati chiedono alla Corte costituzionale federale di verificare l’incostituzionalità del partito e la possibilità di vietarlo. Il 30 gennaio il parlamento ha discusso la questione per la prima volta. 

La mozione trasversale è stata presentata da Marco Wanderwitz, deputato della Cdu della Sassonia, che in parlamento ha definito gli esponenti dell’AfD “nemici della Costituzione, nemici della nostra democrazia e nemici dell’umanità”. È uno dei franchi tiratori che hanno votato contro il disegno di legge Merz sull’asilo, il che, assieme alle nuove proteste di massa contro la Cdu e l’AfD, dimostra che il cordone sanitario sta vacillando, ma non si è ancora spezzato. 

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